sabato 12 marzo 2016

Dio esiste e vive a Bruxelles, tra miracoli ed eresie


Titolo originale: Le Tout nouveau testament 
Paese e data di uscita: Francia, Belgio 2015
Genere: Commedia
Durata: 113'
Regia: Jaco Van Dormael
Attori principali: Benoît Poelvoorde, Yolande Moreau, Catherine Deneuve, Pili Groyne, Laura Verlinden, Johan Leysen, Viviane de Muynck, Johan Heldenbergh
Genere: Commedia
Distribuzione: I wonder pictures



Prete: Dio ci dice: 'Ama il prossimo tuo come te stesso'.

Dio: Mai detta una cosa simile.

Prete: Come?

Dio: Non l'ho mai detta.


"Se un giorno trovi la donna della tua vita sta pur certo che non passerai la tua vita insieme a lei!"





Sia benedetto il cinema Rondinella d Sesto San Giovannni e i suoi film d'élite, tra i quali questa settimana era previsto anche Dio esiste e vive a Bruxelles (Le tout nouveau Testament). Un film che ha destato molta curiosità e notevole interesse, diretto e co-sceneggiato da Jaco Van Dormael, il regista belga con alle spalle film come Toto le héros - Un eroe di fine millennio, L'ottavo giorno e Mr. Nobody, che tra l'altro in questa pellicola fa anche l'attore (è l'uomo che viene investito da un autobus).


Il fulcro comico del film è proprio Dio (Benoît Poelvoorde) che vive in maniera defilata in un modesto trilocale a Bruxelles, con una moglie eccessivamente remissiva e una figlia che comanda a bacchetta. Un Dio molto umano e poco onnipotente, un po' burino e sadico, che dirige le sorti della razza umana dalla tastiera del suo mega computer e si diletta a scatenare le peggio cose sulla sua Creazione, tanto che il figlio Gesù ha preferito morire piuttosto che rimanere chiuso sotto il suo stesso tetto per l'eternità.

Il giovane Gesù, anzi JC come viene chiamato nel film, appare infatti fondamentalmente come un hippy ribelle che ha preferito fondersi con l’umanità (con l’epilogo che tutti conosciamo), piuttosto che rimanere alla destra del padre che ne parla come di un poco di buono che è stato solo bravo a farsi inchiodare su una croce.

Il vero canale della rivoluzione è invece Ea (Pili Groyne), la figlia di Dio (non il figlio, vi rendete conto??) e voce narrante delle vicende del film, che oltre a muovere oggetti con la forza del pensiero e camminare sull'acqua, ha un dono speciale: sente la musica che c’è dentro ciascuno di noi.

Ea (che poi non è altro che Dea senza la d), stanca degli atteggiamenti egoistici, sadici ed imprevedibili del padre, decide di giocargli un tiro mancino e di mettere una pezza al suo lavoro, mettendo fuori uso il suo computer, non prima di aver restituito agli uomini la coscienza della propria morte con un sms che svelerà ad ognuno la data della propria fine.

Ma non solo: Ea decide di seguire le orme del ' fratellone ' e fuggire dal padre-padrone, rifugiandosi sulla terra. La fervida fantasia del regista la farà evadere tramite una lavatrice in un self service: ma sarà proprio quello dove andavo io a lavarmi la biancheria quando facevo lo stage a Bruxelles?.
Obiettivo del viaggio: raggruppare sei apostoli da aggiungere ai dodici del fratello JC (Gesù) e dedicarsi alla stesura del “Nuovo nuovo testamento“.

Si tratta di sei discepoli contemporanei, che si ergono quasi a rappresentanti del presente con le loro umane debolezze, spaziando dall’assassino all’erotomane, dalla ragazza con il braccio di porcellana al commovente e liberatorio il personaggio di Willy, il ragazzino che sapendo di avere solo 54 giorni di vita si presenta a scuola vestito da ragazza con uno sgargiante vestitito rosso. Grazie alla piccola Ea, raggiungeranno uno stato superiore di maturazione e di consapevolezza.



Insomma, un film fantasioso, ardito, bizzarro, dissacrante, atipico, inaspettato, coraggioso, assurdo, intelligente, divertente, contro corrente, che fa pensare, con un canovaccio narrativo ambizioso strutturato sulla base delle sacre scritture (Genesi, Esodo…).

Molteplici i riferimenti a Il favoloso mondo di Amélie, il film di Jeunet, come ad esempio gli effetti speciali che spuntano in maniera inattesa, gli animali che entrano nella scena o le sequenze surreali che danno colore al film. Anche la colonna sonora entra a far parte della trama, più che limitarsi a fare da mero sfondo.

Ma anche una tragicommedia surreale, costituita, con ironia amara, da tante intuizioni e scene esilaranti che spesso portano a riflettere non solo sulla stupidità umana (o Divina) ma anche sul proprio modo di vivere la vita.
Dobbiamo forse dedurre che Dio non esiste e che siamo stati scaraventati sul pianeta in balia del caso? con una Dea le cose andrebbero molto meglio?

Poi ci sono altre cose che viene da chiedersi, tipo ma il Papa l'ha visto?

Beh, quasi quasi ora sospiro semisoddisfatta lodando la nostra democrazia laica che può ancora permettersi di mettere in scena Dio!
Ma non svelo altro, c'è gente che per una parola di troppo su un film mi potrebbe anche ammazzare!

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Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.