martedì 10 maggio 2016

Money Monster: ma allora chi è il vero criminale?


“Denuncio la finanza corrotta ma non inneggio alla rivolta. Non credo che il nostro sistema economico sia completamente sbagliato”, Jodie Foster.

Cosa succederà il 12 maggio quando il film Money Monster – L’altra faccia del denaro uscirà nelle sale italiane?

In rete se lo stanno chiedendo in molti, preoccupati di possibili subbugli dovuti alle molteplici somiglianze della storia con la vicenda Banca Etruria e compagnia bella e delle possibili implicazioni che potrebbe avere sui risparmiatori truffati.

Protagonista del film, il cui sottotitolo originale, non a caso, è Not every consipracy is a theory, è proprio l’alta finanza. Una trama ispirata dalla crisi legata al mercato immobiliare americano e dal conseguente crollo della Borsa di cui ho già parlato in uno dei miei ultimi post (Money Monster: quando il rapporto con i soldi diventa difficile).

Quello che invece voglio trattare ora è il pericolo che portare sullo schermo una sorta di grande complotto su cui si reggerebbe la finanza mondiale potrebbe suggerire idee pericolose a quei risparmiatori che sono stati vittime di truffe anche nel mondo reale. Come i clienti di Banca Etruria, che proprio in queste ore è tornata alla ribalta dopo che è emersa una circolare dei manager della banca che letteralmente ordinava la truffa. In che modo? Spingendo i clienti a effettuare il disinvestimento di operazioni a capitale garantito optando invece per i prodotti subordinati: “Vendete le obbligazioni subordinate a tutti i clienti”.

Proprio quello che succede nel film dove Lee Gates (George Clooney) è il “mago di Wall Stret”, uno spregiudicato giornalista economico che si vende come esperto del mercato azionari in un programma televisivo dove elargisce pessimi investimenti e consulenze finanziarie fraudolente.
Tutto sembra filare liscio ma, tra i tanti truffati, vi è giovane disperato (Jack O. Connell) che non riesce a rimanere fermo a guardare la sua vita andare in pezzi. Anche lui ha perso tutto a causa di una serie investimenti sbagliati suggeriti dal giornalista e per questo, mosso dalla disperazione, dopo essere riuscito ad introdursi armato all’interno dello studio televisivo, prende in ostaggio Lee.

 «Ci ho pensato sì, ma il mio film mette bene in chiaro che quello che fa il protagonista non è la cosa giusta. Non è facendo ostaggi che si ottiene giustizia dopo un torto subito. Il film è netto su questo punto ma la frustrazione è reale» ha commentato in proposito Jodie Foster, la regista del film.

E, com'era solito dire il vecchio Lubrano, la domanda nasce spontanea: chi è il vero “criminale”? Chi minaccia di far saltare tutto premendo il dito su un detonatore o chi specula sul mercato spingendo sul lastrico migliaia di cittadini più o meno consapevoli?

Per fortuna a stemperare la paura e l'angoscia palpabile del film c'è l'intensità di Springsteen, che con la sua struggente Devils & Dust funge da perfetto contrappunto allo spavento, alla paura e al contempo al sentimento di onnipotenza di quegli uomini con il “finger on the trigger” che non sanno più a chi e in che cosa credere.

E allora, oh Bruce, salvaci tu!


I got my finger on the trigger
But I don't know who to trust
When I look into your eyes
There's just devils and dust.




domenica 8 maggio 2016

Hirò, er Jeeg Robot de noi altri

TITOLO ORIGINALE: Lo chiamavano Jeeg Robot
DATA DI USCITA: 25 febbraio 2016
GENERE: Azione, Drammatico
REGIA: Gabriele Mainetti
ATTORI PRINCIPALI: Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli
SCENEGGIATURA: Nicola Guaglianone, Menotti
FOTOGRAFIA: Michele D'Attanasio
MUSICHE: Gabriele Mainetti, Michele Braga
PRODUZIONE: Goon Films con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: Lucky Red
PAESE: Italia
DURATA: 112 Min

"Salvali, salvali tutti, tu che puoi… diventare Jeeg", Alessia.




Claudio Santamaria è il protagonista, insieme a Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli, di Lo chiamavano Jeeg Robot, il film diretto e prodotto da Gabriele Mainetti e scritto da Nicola Guaglianone e Menotti, che mi è capitato di vedere qualche sera fa al cinema.

Un fantasy più reale di un documentario, accolto da un grande entusiasmo da parte del pubblico e della critica e molto acclamato al Festival del Cinema di Roma, che arriva nelle sale proprio mentre il grande Hiroshi festeggia i suoi 40 anni animati.

Girato prevalentemente nella periferia romana, con un budget limitato a circa 1.700.000 euro, il film racconta la strana vicenda di Enzo Ceccotti, (Claudio Santamaria), un ladruncolo qualsiasi di Tor Bella Monaca, ombroso, introverso e triste che sbarca il lunario con piccoli furti. Per sfuggire a due poliziotti che lo stanno inseguendo, Enzo pensa bene di buttarsi nelle acque del Tevere, ma così facendo entra in contatto con delle sostanze radioattive contenute in alcuni bidoni nascosti sotto la battigia. Febbre, sudori, nausea e poi, boom, il mattino dopo si sveglia come nulla fosse. O così almeno crede.

In realtà si accorgerà ben presto di avere acquisito un forza e una resistenza sovraumane, una sorta di benedizione per la sua carriera di delinquente.

Tutto cambia quando nella sua vita entra di prepotenza Alessia (Ilenia Pastorelli), una ragazza dolce e problematica, che non ci sta più con la testa dopo la morte della madre ed è convinta che lui sia Hiroshi Shiba (in romanesco “Hirò”), il protagonista del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot d’acciaio, di cui è ossessionata al punto che sembra lei stessa uscita da un fumetto.

Ed Enzo finirà di innamorarsi della bella Alessia: una coppia fantastica, lei che confonde il mondo delle anime con quello reale, lui un ragazzone che non è mai cresciuto, chiuso in se stesso.

E tra una rapina e l'altra entra in scena l'antieroe, impersonato da Fabio Cannizzaro, anche detto "lo Zingaro" (Luca Marinelli), un po' il Joker de noi altri, il capo di una piccola banda di criminali un po' scoppiati, ossessionato dalle sue manie di grandezza e dall'ambizione di diventare un boss importante all'interno della malavita romana. Vuole allargare il suo giro, per cui rapisce Enzo e Alessia per farsi rivelare da lui come ha ottenuto i suoi poteri.

Una vicenda dal sapore molto pulp, con tutti gli elementi necessari per raccontare un mito, senza dargli però troppa importanza e con molta ironia e divertimento. A questo si aggiunga la capacità di Mainetti di stupire in ogni sequenza con svolte narrative che imboccano direzioni impreviste e a ritmo serrato.

Pur essendo un omaggio alla serie manga e anime Jeeg robot d'acciaio di Gō Nagai, si tratta comunque di un inside joke perché il film ha poco a che fare con questa, se non per il fatto che Alessia identifica in Enzo Hiroshi Shiba, l'eroe della serie. Più che altro Mainetti è riuscito a trasporre in un film tutto italiano la mitologia dell'uomo qualunque che riceve poteri straordinari in seguito a un incidente e che, attraverso un percorso di redenzione ricco di ostacoli, matura una consapevolezza che lo porterà a crescere.

Un film meta-metropolitano che è favola, fantascienza e noir assieme, ambientato in un mondo disperatamente bisognoso di eroi, in una Roma di borgata in cui si aggirano personaggi bizzarri. Lo Zingaro, il personaggio di Luca Marinelli, uno pseudo cantante malato di apparizione, che fa paura con i suoi occhi iniettati di avidità di potere mista a pura pazzia e da cui è meglio stare alla larga, un cultore della musica italiana degli anni '80, in particolare della cantautrice Anna Oxa. E Hirò, un outsider che va avanti a budini alla crema e film porno, fino a quando sostituirà i DVD porno con quelli della serie animata. Un personaggio ben studiato per cui Mainetti si è ispirato al film Léon, e in particolare al protagonista Jean Reno, e per cui Santamaria ha dovuto allenarsi aumentando di ben 20 chili, fino ad arrivare a pesarne 100, nonché cimentarsi nel canto.

Due grandi attori, Luca Marinelli, 31 anni, già protagonista maschile de La solitudine dei numeri primi tratto dall'omonimo romanzo di Paolo Giordano, e Claudio Santamaria, che già l'anno scorso aveva avuto a che fare con i supereroi essendo la voce italiana di Christian Bale nella trilogia di Batman di Christopher Nolan.


Un film profondo, dove i contenuti emergono a strati, ma anche un film che ne ricorda molti altri ma non è uguale a niente, in cui Mainetti ha saputo adattare il genere comic movie alle virtù e ai vizi della borgata romana, dando vita a un sorprendente connubio tra noir, gangster all'italiana, fantasy, anime, action e commedia.

E un ultimo umile applauso al duo Mainetti e Guaglianone, rispettivamente regista e sceneggiatore, già noto per aver portato sulla scena un Lupin III con attori romani, tra cui Valerio Mastandrea, e Tiger boy, un film ispirato a un altro eroe mascherato, L'uomo tigre, anche se molto alla lontana, finito nella shortlist degli oscar.

Chiudo con un'informazione di servizio: parrebbe che Enzo Ceccotti tornerà a indossare di nuovo la maschera di Hiroshi/Jeeg in un sequel. In un mondo disperatamente bisognoso di eroi, a noi la cosa proprio non dispiacerebbe. 

"PELLE" di Erica Zanin

"PELLE" di Erica Zanin
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"PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.