Se vi dovesse capitare di vedere in giro per la vostra città la locandina dello spettacolo The Blue planet, correte immediatamente ad assiurarvi un posto nel teatro designato. Io l’ho fatto e vi assicuro che non me ne sono affatto pentita.
In questo periodo è al teatro Arcimboldi che Greenaway, affiancato da Saskia Boddeke mette in scena il diluvio universale. Gli spettatori partecipano come sempre a bocca aperta a un oratorio multimediale mai visto prima, cercando di non lasciarsi sfuggire nulla.
La particolarità dello spettacolo sta nell’uso congiunto di recitazione, canto, musiche di Goran Bregovic dal vivo, di cinema bidimensionale e di realtà virtuale 3d, tecnologie avanzate che richiedono un’attenzione straordinaria del pubblico, ma che permettono di scindere lo spettacolo in più livelli che insieme vanno a costituire una struttura unica.
«Ci chiediamo se l’elemento virtuale e reale siano concetti così distanti, ma la Bi
bbia dopo tutto è un “fantasy second life affair”, offrendo il Paradiso come il desiderio dell’appagamento, è un libro di storie di sogni e di speranze».
Greenaway si ispira alla Genesi, al momento in cui il vecchio Noè si confronta con la moglie i due figli e, soprattutto con Dio. Ma si spinge oltre, usando il testo della Genesi come allegoria dell’emergenza ambientale e
dei drammi causati dall’uso irresponsabile dell’ambiente. Da qui il colore blu dei personaggi reali e degli avatr di second life, di una bravura eccezionale, soprattutto il/la grande Noè.
Di una bellezza in grado di far accapponare la pelle.
http://www.youtube.com/watch?v=Tl2jdglS1h8