domenica 6 marzo 2016

Anomalisa e l'antiromanticismo di Kaufman














Titolo: Anomalisa
Paese e anno di uscita: USA, 2015)
Regia: Charlie Kaufman e Duke Johnson
Attori principali: Jennifer Jason Leigh, Tom Noonan e David Thewlis
Genere: animazione
Durata: 90’

«Forse la vera lezione da imparare è che non ci sono lezioni».




«Some boys take a beautiful girl
and hide her away from the rest of the world
I want to be the one to walk in the sun
oh girls they want to have fun
oh girls just want to have».

Cyndi Lauper - "Girls just want to have fun" -


Devo dire che Anomalisa mi ha lasciato veramente interdetta. Mi aspettavo grandi cose da questo film americano di Animazione Stop-Motion, conosciuto anche con il titolo di Piccole cose di Anomalisa. In primis perché è il primo film d'animazione R-rated (è stato classificato in Usa come Restricted e quindi vietato ai minori di 17 anni per "contenuti sessuali, nudità e linguaggio") ad essere nominato agli Oscar, oltre ad essere stato l'unico film di animazione in concorso nella 72ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. In secondo luogo perché è il secondo film diretto da Charlie Kaufman (il primo in stop-motion), anche se a quattro mani con Duke Johnson.
In terzo luogo perché il film è stato finanziato attraverso Kickstarter.com e realizzato con un budget stimato sugli 8 milioni di dollari. Inoltre se ne parla come di "un gioiello per scrittura, tecnica ed intensità", la pellicola è stata superosannata da blogger e critici e, per finire, è stato girato in stopmotion, impiegando cioè dei pupazzi creati con una stampa in 3D. E infatti, forse non a caso, il mondo di Michael è popolato di persone che paiono fatte con lo stampino,

Il problema, per quanto mi riguarda, sta nel fatto che quello che inizialmente era stato concepito come un breve cartone animato per adulti da 40 minuti, alla fine è diventato una pellicola da 90 minuti, con gli stessi contenuti, ma a rallenty. La trama procede così troppo lenta attraverso piccole cose, anche banali, verso un'anomala storia d'amore, amarissima, culminante in un finale di rara cupezza ed ansietà.

Michael Stone, marito, padre e famoso autore britannico del manuale di autorealizzazione "How May I Help You Help Them?", è un uomo irrequieto, stanco della monotonia della sua vita. Durante un viaggio d’affari a Cincinnati, dove deve tenere una conferenza sulla gestione dei servizi clienti, pernotta al lussuoso hotel Fregoli. Già il nome dell'hotel presagisce quanto accadrà, perché il delirio Fregoli è una sindrome rara, in cui il paziente crede che più persone siano in realtà la stessa persona sotto mentite spoglie, una sorta di stalker "sovrannaturale".

Qui scopre un' "anomalia" incarnata da Lisa, appunto un'ANOMAlisa, una sua giovane e timida fan, rappresentante di una ditta di dolci, una donna semplice che rappresenta una possibile via d'uscita dalla sua disperazione. Se le persone che popolano il mondo di Michael hanno tutte la stessa faccia e la stessa voce, Lisa è diversa, nella sua impacciataggine e goffaggine e con il suo aspetto e modi di fare non particolarmente piacevoli.

Ma proprio quando da film disperato sembra aver imboccato la strada della love story a lieto fine, un'inversione a U palesa la circolarità del destino dei personaggi, persi in un loop da cui è impossibile uscire. Con il risveglio finale di Stone la mattina dopo la sua grande notte con Lisa e con il suo ritorno a casa, ricomincia infatti il lento soccombere ai compromessi della vita adulta, alternato da fughe e tentativi di trovare qualcosa di diverso, qualcosa in grado di spezzare la monotonia.


Dopo una prima parte con qualche problema in termini di ritmo che comunque rende bene l'idea della monotonia e dell'ansia crescente del protagonista, con l'entrata in scena di Lisa la pellicola pare acquistare una marcia in più, sfociando in una scena d'amore tra le più particolari mai viste al cinema, con una scena di sesso che ha richiesto sei mesi lavoro per ragioni tecniche al fine di farla sembrare realistica anziché comica.

La lentezza del film, tra l'altro, è esasperata dal fatto che, con l'eccezione dei due personaggi principali, Lisa Hesselman e Michael Stone, ogni altro personaggio (maschile e femminile) è doppiato da Tom Noonan (in italiano da Stefano Benassi). Senza contare anche che Michael compare in ogni scena del film, tranne nell'ultima e che è condannato a sentire sempre la stessa voce maschile uscire dalle labbra dei suoi interlocutori, che siano uomini, donne, vecchi, bambini e persino personaggi di finzione all'interno di un film.


Insomma, per quanto geniale a tratti, Anomalisa è un film molto lontano dalle mie corde, troppo criptico e lento per essere goduto appieno.

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Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.