lunedì 23 settembre 2019

IL MONDO NEGLI SCATTI DEL SONY WORLD PHOTOGRAPHY AWARDS



Info sulla mostra:
Titolo: Sony World Photography Awards
Location: Villa Reale di Monza, viale Brianza 1 – Monza
Orari: Da martedì a domenica: 10.00 – 19.00
Lunedì Chiuso
Quando: Dal 13 settembre al 3 novembre 2019


Grayson Perry - Birth
La vita che scorre in ogni parte del mondo, le tracce che lascia nel paesaggio e negli uomini stessi. 

Piccoli irrilevanti quanto importantissimi dettagli immortalati dai fotografi: un’esposizione interessante aperta fino al 3 novembre 2019 nella splendida cornice della Villa Reale di Monza delle foto vincitrici e finaliste dei Sony World Photography Awards, giunto alla dodicesima edizione.


200 fotografie selezionate tra una rosa di 326.997 candidature presentate da fotografi originari di 195 Paesi e territori, offrono una bellissima panoramica del mondo. E il titolo di Fotografo dell’Anno, il più ambito del concorso, è stato assegnato proprio al fotoreporter italiano Federico Borella.

Federico Borella - Five Degrees
Nella serie intitolata Five Degrees, presentata per la categoria Documentario, Borella va alla ricerca delle ragioni nascoste dietro alla piaga di suicidi maschili nella comunità agricola Tamil Nadu, nel sud dell’India. Queste morti potrebbero forse essere legate alla grave siccità che ha colpito il paese? Al riscaldamento globale? Alla difficoltà a ripagare i debiti contratti per avviare l’attività agricola, a causa del tempo avverso, di fattori economici o di una pessima gestione idrica del territori?.
Tra ritratti di soggetti immortalati in una natura per lo più malata, mi ha colpito molto la foto che ritrae il teschio di uno di questi contadini nella mano di un membro dell’Associazione Agricoltori dell’India del sud.
Insomma temi complessi legati a una realtà complessa, raccontati con una sensibilità e una potenza delle immagini travolgente unita a una grande varietà di tecniche utilizzate.

Marinka MasséusChosen [not] to be.
Belle le idee

Quella di Marinka Masséus, ad esempio, vincitrice nella categoria Creativa dei Professionisti con la sua serie Chosen [not] to be.

Mentre passando alla categoria Documentario, ho trovato molto belle le foto di
Mustafa Hassona, vincitore del terzo posto nella categoria Documentario con Palestinian Right of Return Protests.


Mustafa Hassona - Palestinian Right of Return Protests.

Bello lo storytelling dietro i progetti

Jasper Doest - Meet Bob 
Come quello di Meet Bob di Jasper Doest, al primo posto nella categoria Natural World & Wildlife della sezione Professionisti, che racconta la storia di Bob, un fenicottero che si è ferito gravemente planando per sbaglio contro il vetro di un hotel. Bob viene curato sull’isola di Curaçao, nel Mar dei Caraibi meridionale, ma è costretto a vivere in mezzo agli uomini poiché non è più in grado di vivere in libertà, integrandosi con loro e diventando un simbolo.

È possibile guardare gli scatti dei finalisti dei concorsi Professionisti e Student Focus all’indirizzo worldphoto.org/press, nonché partecipare alla nuova edizione del concorso: dal 4 giugno 2019 sono infatti aperte le iscrizioni per l’edizione 2020 dei Sony World Photography Awards. Maggiori informazioni si trovano sul sito del concorso.

giovedì 12 settembre 2019

MARTIN EDEN: L'EPICA DEL MARE E DELLA POESIA

  
Titolo: Martin Eden (Italia, Francia 2019)
Regia: Pietro Marcello
Attori principali: Luca Marinelli, Jessica Cressy, Denise Sardisco, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi
Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Pietro Marcello
Fotografia: Francesco Di Giacomo, Alessandro Abate
Scenografia: Roberto de Angelis, Luca Servino
Musica: Marco Messina e Sacha Ricci per ERA, Paolo Marzocchi
Suono: Stefano Grosso
Effetti visivi: Luca Bellano
Data di uscita: 04 settembre 2019
Genere: Drammatico
Durata: 129’




“Seguì un lungo rombo: gli parve di scivolare lungo una china infinita, e in fondo in fondo sprofondò nel buio. Solo questo seppe. Sprofondava nel buio. E nel momento stesso in cui lo seppe, cessò di saperlo”.
Martin Eden, Jack London.

Martin Eden non è un nome italiano ma noi lo leggiamo all’italiana, con la “e”, perché la storia di questo film si è trasferita a Napoli, dalla San Francisco originale in cui è ambientato il romanzo omonimo di Jack London.

Pietro Marcello lo reinterpreta così, con un tentativo riuscito di mettere da parte il timore reverenziale e trasformare un autore classico come Jack London in contemporaneo. E così, se il romanzo è del 1909, il racconto si estende all’intero “secolo breve” europeo, grazie anche alla capacità del regista casertano di fondere formati, sequenze, foto, filmati d’archivio e stili differenti in felice anarchia temporale.

E infatti il film si apre con un filmato di repertorio che ritrae l’anarchico Errico Malatesta durante la manifestazione a Savona dell’1 maggio 1920. Ma, un po' come in tutti i corsi e ricorsi della storia, anche in questa pellicola il tempo della speranza lascia presto il posto al tempo della burrasca, quella contemplata nella stessa Teoria dell’evoluzione di Spencer. Il risultato sarà l’improvviso inabissarsi dell’antico veliero e, con lui, l’approdo sulla terra ferma di tutti coloro che hanno creduto nella lotta di classe e nell’emancipazione.

E la storia in questo caso è quella di Martin Eden, un marinaio, squattrinato e poco acculturato,che ha salvato da un pestaggio Arturo, un giovane rampollo della borghesia industriale che lo invita nella sua casa. A questo punto, il grande Luca Marinelli entra con l’intensità che lo caratterizza nei panni di questo marinaio autodidatta che, catapultato all’improvviso in un ambiente alto-borghese, in cui si sente un reietto, con tante rinunce e sacrifici, conquista fama e successo da letterato. 

La molla di tutto è l’incontro con Elena Orsini (Jessica Cressy), la sorella del ragazzo, di cui s’innamora. Fra i due c’è un abisso sociale e culturale, in cui la storia entra nella storia per mezzo di una narrazione che replica i meccanismi del subconscio, tra associazioni mnemoniche e oniriche di visioni del passato (i balli con la sorella da bambini) e il racconto della Storia con la S maiuscola vissuta dal l’individuo e dalla collettività.

Siamo infatti nel secondo dopoguerra, in un clima politico agitato segnato dai conflitti tra lavoratori e capitale, tra gli ideali del socialismo e del liberalismo, che innesca le riflessioni di Martin.
In questo contesto, detto con le parole di Luca Marinelli, «Martin Eden è un essere umano di grande sensibilità, di grande curiosità e di grande empatia; ha un’enorme voglia di scoprire, di vedere, di toccare con mano. Subisce però innumerevoli delusioni. Scala una montagna solo per apprendere, una volta giunto in cima, che vi risiede un triste accampamento, e che la cosa migliore non è mai stata arrivare fin lì, alla meta, ma forse proprio la partenza. Il viaggio».

Così, grazie a questo film, l’attore romano,  che avevo già apprezzato in Lo chiamavano Jeeg Robot dove interpretava la parte dello Zingaro, si è aggiudicato la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, durante la cerimonia di premiazione della Mostra del Cinema di Venezia. E dajeee: pare che dopo il discorso che ha pronunciato gliene volessero dare un'altra! 😁

"Giuro che non sarò breve. Mi sembra una situazione assurda, prima che vi rendiate conto dell'errore che avete fatto vado avanti con i saluti. Vorrei ringraziare Pietro Marcello, per la fiducia e per avermi regalato questa avventura. Napoli che si è donata corpo e immagine a questo film. Vorrei ringraziare mia moglie e due meravigliosi figli che accarezzano la mia anima con i loro sorrisi. Ho questo premio tra le mani grazie a Jack London, che ha creato questo personaggio del marinaio. Vorrei ringraziare tutti i marinai e le persone che salvano gli uomini in mare".

Insomma, un film bello e beffardo come un destino che comincia a sorriderti solo quando non serve più. Come quello di Martin, e del suo tentativo di fare della cultura uno strumento di emancipazione, nonché la ragione della propria esistenza. Per poi rimanerne deluso, perdendo il senso della propria arte.

Ma per quanto disilluso e tormentato, l’eroe di Jack London ci ricorda che non esiste alcuna emancipazione senza quell’empatia che ti scalda il cuore.

venerdì 6 settembre 2019

MADRE! OVVERO ARONOFSKY E' UN PAZZO E IO LO ADORO!



Regia: Darren Aronofsky
Genere: Horror, Drammatico, Thriller
Anno: 2017
Paese: USA
Durata: 121 min
Formato: Colore
Attori principali: Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Ed Harris, Michelle Pfeiffer, Domhnall Gleeson




"Tu non ami me, ma il mio modo di amarti."
Prima cosa da chiarire subito: Aronofsky è un pazzo!
Seconda cosa: Aronofsky è un pazzo che io stimo molto!

Fatte queste premesse posso cominciare a parlare di Madre! (Mother!), un thriller esoterico del 2017, scritto e diretto appunto da Darren Aronofsky, che sfiora il capolavoro.



Un film disturbante e controverso che ha spaccato in due la critica e anche me.
Se da una parte sono rimasta ammaliata e irretita dalla sua audacia cinematografica e dal suo humor nero, dall’altra la regia claustrofobica e il carattere estremo e sopra le righe di un racconto che non ha paura di rasentare il kitsch o il ridicolo, mi hanno letteralmente spiazzato.


L’effetto onirico e claustrofobico sarà forse dovuta al fatto che l’unico luogo dove vengono ambientate tutte le scene è una casa in mezzo alla foresta dove i due protagonisti Jennifer Lawrence e Javier Bardem vivono insieme. Lui, un Dio Poeta amato e stimato, anche se in profonda crisi creativa, interpretato da Javier Bardem; lei, un’eterea Jennifer Lawrence, profondamente innamorata del suo “Dio”.
Il loro rapporto idilliaco viene distrutto dall’arrivo di uno sconosciuto (Ed Harris), un grande fan del Poeta, che Javier decide di ospitare anche senza il consenso della moglie. Poco dopo lo sconosciuto viene raggiunto dalla propria moglie, interpretata da Michelle Pfeiffer, e dai figli.


Nascosto dietro le righe, ma neanche troppo, il film utilizza la Bibbia come espediente narrativo per rappresentare il rapporto tra gli esseri umani e la Madre Terra.
La Madre!, appunto, è destinata a soccombere a causa dell’invadenza distruttiva degli ospiti che popolano la Terra, incapaci comprendere e rispettare il suo grande amore.
Seguendo questo filone, c’è chi vuole anche che, in ottica cristiana Javier Bardem e Jennifer Lawrence rappresentino rispettivamente Dio e la Madonna mentre Ed Harris e Michelle Pfeiffer dovrebbero rappresentare Adamo (tanto che anche lui ha una ferita sul fianco all’altezza della costola) ed Eva che compiono il peccato originale, ovvero rompono il cristallo che il Poeta custodisce gelosamente nel suo studio. 
E' proprio questo evento a scatenare tutta una serie di eventi catastrofici che faranno vacillare la pazienza di Madre, fino a un definitivo crollo di nervi.

Sarà lo stesso Aronofsky a spiegarlo:
“Ci sono elementi completamente biblici che mi hanno sorpreso – alcune persone li hanno colti immediatamente, altre non ne hanno avuto idea, e penso dipenda esclusivamente dal modo in cui siano state educate. La struttura per il film è stata la Bibbia, utilizzandola come un modo per discutere di come gli esseri umani hanno vissuto qui sulla Terra. Ma doveva essere anche ambigua, perché non è una storia, è qualcosa di più strutturale. Molte persone non stanno guardando il quadro completo, ci sono molte piccole cose ed Easter Eggs e su come le cose si collegano tra di loro, e penso che sia parte del divertimento di eviscerare il film. Ho iniziato con le tematiche, l’allegoria; ho voluto raccontare la storia di Madre Natura dal suo punto di vista. Mi sono anche reso conto che renderla una persona che si occupa della sua casa e che si occupa del suo uomo creava un legame, che c’era una connessione. Quindi, questo è il tema da cui sono partito, ho scritto la storia, che è diventata una storia molto umana su questa coppia che viene invasa da queste orde. E poi mentre giri un film ritorni sempre a quei temi originari e inizi a capire: ‘Bene, come posso esprimere questa cosa visivamente e acusticamente con tutti i diversi strumenti che ho a disposizione come regista?’ Quindi è qualcosa di circolare più o meno.”

Per il ruolo della protagonista principale la scelta è caduta su Jennifer Lawrence, diventata popolare nel 2012 con Il lato positivo e Hunger Games. Questo film ha certamente segnato la sua vita, in primis perché le è costato la dislocazione di una costola e una crisi di iperventilazione durante le riprese di una scena intensa, ma soprattutto perché tra una ripresa e l’altra, è nata anche una storia d’amore tra lei e il regista.

Eppure, nonostante tutto, il film è stato accolto negativamente alla 74ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e nell'edizione dei Razzie Awards 2017, il film ha ricevuto tre candidature per la peggior attrice (Jennifer Lawrence), il peggior attore non protagonista (Javier Bardem) e il peggior regista (Darren Aronofsky).


Per fortuna tra chi difende questo film lodandone il coraggio ci sono anche la performer Marina Abramovic e il regista Martin Scorsese, altrimenti mi sarei sentita un po’ confusa per la stima che ho provato e per il mio timido applauso...sicuramente da vedere!

"PELLE" di Erica Zanin

"PELLE" di Erica Zanin
Un romanzo in vendita su www.ilmiolibro.it

"PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.