domenica 10 aprile 2011

POETRY (un film di Lee Chang-dong)



La poesia non è solo un genere letterario. E’ piuttosto qualcosa d’inafferrabile e invisibile, che non si può quantificare in termini economici. La poesia è il mondo, è la vita e malgrado le cose brutte che ci sono all’esterno, c’è sempre qualcosa di molto bello interiormente.”

(Lee Chang Dong, tratto da un articolo di Aldo Spinello del 20/05/2010).

Presentato a Cannes 2010, Poetry è un film coreano che racconta un momento di vita di Mija (Yoon Hee-Jeong) una donna di sessantasei anni con una grande passione per i fiori e per la poesia, che si guadagna da vivere come donna di servizio e che si trova a dover affrontare da sola un nipote adolescente e un principio di Alzheimer.

Quando il nipote si mette nei guai, per aver violentato, insieme ad altri compagni, una ragazza della sua scuola media che si è suicidata, Mija affronta la sofferenza e i sensi di colpa rifugiandosi nella bellezza e nella poesia.

Al corso di poesia a cui si iscrive le suggeriscono di guardare le cose attentamente, da nuove prospettive e di annotare quello che vede. E’quello che farà, riuscendo infine a scrivere la sua poesia.

Lee Chang-dong accosta con gentilezza il candore di Mija al cinismo della società coreana rispettosa dei ruoli e delle formalità, la ricerca della poesia all’incomunicabilità che caratterizza la vita quotidiana, lo splendore degli spazi e delle montagne verdeggianti a un fiume che diventa minaccioso suo malgrado, l'alzheimer, appena accennato nel film, che cancella i ricordi, e le vergogne alla poesia che li riporta a galla.

Un’opera curata sin nei minimi dettagli, dove tutto torna e dove nulla è mostrato a caso, sicuramente inadatto a chi non apprezza la lentezza.

sabato 9 aprile 2011

La rivincita di noi “limerence addicted”


Forse c’è ancora spazio per noi nel mondo. Forse anche noi ci possiamo salvare.

Leggo un articolo di David Brooks de LaRepubblica del 2 aprile 2011 che mi ero messa da parte per poi riprenderlo con più calma. Già il titolo attira la mia attenzione: Le cinque virtù dell’Uomo Nuovo. Dalla sintonia al desiderio di infinito ci salveranno le qualità emotive.

Questo giornalista canadese che scrive sui più importanti giornali americani, tra i quali il New York Times, il Wall Street Journal, Newsweek, e che ha da poco pubblicato il suo nuovo libro The Social Animal: The Hidden Sources of Love, Character, and Achievement, in cui revisiona il significato fino ad oggi socialmente attribuito al concetto di “Capitale Umano”, riabilitandolo e strappandolo dalla restrittiva interpretazione che lo vede come il risultato di un mix di quoziente intellettivo e competenze professionali.

In realtà il mondo della ricerca da anni sta andando verso un’altra direzione, più profonda, nel tentativo di ricercare nuovi talenti, in grado di fondere in sé razionalità e emotività.

Vorrà dire che nei nostri prossimi colloqui, invece di essere giudicati per studi e passate esperienze, saremo valutati anche per

<<

· SINTONIA: La capacità di immedesimarsi nella mente altrui, prendendo conoscenza di ciò che ha da offrire.

· PONDERATEZZA: La capacità di osservare serenamente i moti della propria mente e di correggerne gli errori e i pregiudizi.

· METIS, da Metide, dea greca della saggezza, ntd.:la capacità di individuare gli schemi e i modelli di sistemi aggregati (pattern) comprendendo l’essenza delle situazioni complesse.

· SIMPATIA: la capacità di inserirsi nell’ambiente umano che ci circonda e di evolvere all’interno dei movimenti di gruppo.

· LIMERENCE (termine coniato dalla psicologa Dorothy Tennoy per descrivere lo stadio finale, quasi ossessivo dell’amore romantico, una sorta di ultra attaccamento, ntd): più che un talento, è una motivazione. Se la mente cosciente è avida di denaro e di successo, quella inconscia ha sete di momenti di trascendenza in cui, mettendo a tacere la skull line (la “linea del cranio”) ci abbandoniamo perdutamente all’amore per l’altro, all’esaltazione per una missione da svolgere, all’amore di Dio. Un richiamo che sembra manifestarsi in alcuni con potenziale molto maggiore rispetto ad altri>>.

Una rivalutazione dei “Limerence addicted”, potremmo chiamarli così, autoimprigionati nel proprio inconscio, una nuova attenzione verso l’empatia, la veggenza, la meditazione, l’unione tra filosofia orientale e occidentale che stavamo aspettando.

"PELLE" di Erica Zanin

"PELLE" di Erica Zanin
Un romanzo in vendita su www.ilmiolibro.it

"PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.