domenica 24 luglio 2022

Secret Love, di Eva Husson



Titolo: Secret Love
Titolo originale: Mothering Sunday
Regia: Eva Husson
Interpreti: Odessa Young, Josh O’Connor, Olivia Colman, Colin Firth, Glenda Jackson, Sope Dirisu, Nathan Reeve, Samuel Barlow, Dexter Raggatt, Patsy Ferran
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 104′ Origine: UK, 2021 



Amore e morte, predestinazione, dolore e assenza di legami. Tratto dal romanzo di Graham Swift “Mothering Sunday”, che è anche il titolo originale del film (ma perché cambiarlo?), Secret Love è il terzo lungometraggio della cineasta francese Eva Husson.

Una trama molto breve, quasi inconsistente, riassumibile in poche righe, che si sviluppa lentissimissimissimamante nell'ora e mezza (per fortuna!) della durata del film. 

Inghilterra, 1924. Jane è l'umile domestica abbandonata da bambina dei Niven, due coniugi addolorati dalla morte in guerra dei loro due figli. Ha una focosa relazione clandestina con Paul, uno studente di legge in procinto però di sposarsi con una nobile rampolla, figlia di amici di famiglia. Insomma, un amore impossibile nell’Inghilterra classista del primo dopoguerra. 

È la stessa Jane a raccontare la sua storia, fatta a pezzi da continui salti temporali tra il periodo trascorso come cameriera e il successo letterario dell’età adulta, quando il suo dolore inesprimibile si trasforma in fuoco creativo, liberandola finalmente. 

Un cast importante, che vede Odessa Young e Josh O'Connor nei ruoli principali, accompagnati da Colin Firth e Olivia Colman

Lo voglio ricordare per: 

  • l'estetizzazione dei corpi, spesso nudi, messi in risalto da luci rarefatte e abbaglianti
  • lo sguardo intenso e struggente di Jane
  • le atmosfere visive super british 
Da dimenticare invece la sceneggiatura troppo dilatata e ridondante, che toglie il ritmo alla scena facendoti desiderare di essere altrove, tranne che al cinema,

venerdì 1 luglio 2022

ELVIS: CAUGHT IN A TRAP, EPPURE E' ANCORA CON NOI


Titolo: Elvis
Regia: Baz Luhrmann
Genere: Biografico, Musicale
Anno: 2022
Paese: USA, Australia
Durata: 159 min
Data di uscita: 22 giugno 2022
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia


“Caught in a trap, but I can’t walk out”. 

E' la strofa di Elvis che meglio di tutte descrive il film che Baz Luhrmann gli ha dedicato, uscito da poco nelle sale italiane.

Un biopic che mi ha lasciato sbalordita per storia, regia, narrazione, lavoro incredibile del cast, nonché attenzione ai dettagli.


Storia

Talento, personalità, successo e caduta del Re bianco del rhythm and blues e del movimento pelvico. Luhrmann, con questo enorme omaggio alla musica nera, racconta il controverso e ossessivo rapporto tra il Re, Austin Butler, e il Colonnello Tom Parker (Tom Hanks), l'uomo che ha creato Elvis così come lo ha anche distrutto. 

O meglio a raccontarlo direttamente al pubblico è proprio il Colonnello, un uomo viscido e manipolatore con uno straordinario talento per gli affari che, ormai arrivato all'ultimo atto della sua vita, è in cerca di un'assoluzione dei suoi peccati. E la cerca raccontando la storia di Elvis, a partire dalla sua infanzia povera, nell'unica famiglia bianca in un quartiere nero. 

Ambientazione

In una società conservatrice e razzista, l'influenza di quella che con disprezzo veniva chiamata race music, la musica dei neri, non poteva passare inosservata: i poteri forti di quell’America profondamente razzista degli anni ‘50, scandalizzata dagli ancheggiamenti di bacino considerati 'indecenti' e dai suoi rapporti con la comunità nera, costringeranno con il ricatto il Colonnello a ingabbiare letteralmente the King, che si accorgerà solo nelle ultime fasi della sua carriera di essere stato manipolato e sfruttato. 

 "Ti sbattono in galera perché ancheggi? Più facile che sbattano in galera me perché attraverso la strada. Tu sei bianco e fai guadagnare un mucchio di soldi a tutti, nessuno ti sbatterà in carcere". 
B.B.King (Kevin Harrison Jr.) a Elvis (Austin Butler) 




Così, la storia di Elvis per il regista australiano sembra essere quasi un pretesto per raccontare la storia della black music e dei suoi personaggi nati col colore della pelle sbagliato, da B.B. King a Little Richard, da Big Mama Thornton a Sister Rosetta Tharpe, da Arthur Crudup a Mahalia Jackson. Con tanto di assassinio di Martin Luther King. 

 "Mi piace che il pubblico capisca cosa hanno significato i suoi inizi lì e com’era potente la sua ispirazione. L'amore di Elvis per il gospel e il blues è stato un'autentica reazione alla musica che stava ascoltando crescendo, essendo l'unica famiglia bianca in un quartiere nero a Memphis”, ha sottolineato Luhrmann in un'intervista dove ha anche ricordato una frase che l’artista diceva spesso: “Non ho inventato il Rock and Roll, ho solo dato la mia interpretazione. Io non sono il re”.

Ma questo film è anche il racconto sincero della macchina discografica che è nata con The Pelvis, dell’intero ecosistema che vive a sue spese, della prima forma di merchandising nella storia della musica alla base del modello discografico contemporaneo. 



Contributi e colonna sonora

Una pellicola dalla potenza visiva incredibile, con immagini quasi divine e visionarie, che è valsa a Luhrmann un'accoglienza trionfale al Festival di Cannes. Anche merito dei costumi, firmati da Prada e Miu Miu, che reinterpretato la moda degli anni ’50, ’60 e ’70 in chiave contemporanea, con linee più pulite e capi minimali, oltre che di  un comparto sonoro assolutamente incredibile, arricchito da interpretazioni di vari artisti contemporanei come i Maneskin, i Tame Impala, Eminem, CeeLo Green, Doja Cat e Jack White. “

"La ragione per cui ho voluto ampliare lo spettro della colonna sonora è tutta nel cartello che chiude il film: per l’influenza che ancora oggi Elvis ha sulla cultura e la musica. E prego tutti quelli che andranno a vedere il film di restare per tutta la durata dei titoli, perché sono pieni di sorprese musicali: cominciano con la nuova canzone di Eminem e si chiudono con i Måneskin che suonano If I Can Dream duettando con Elvis sulle ultime note. Credo fosse molto importante sottolineare quanto fondamentale sia stato Elvis per tutta la musica venuta dopo di lui”. 
Baz Luhrmann, Rolling Stone. 


Baz Luhrmann

E chapeau per la resa realistica degli spettacoli televisivi del Re, con una cura quasi documentaristica che gioca con transizioni impercettibili tra le immagini di repertorio del vero Elvis e quelle girate sul set, con la vera voce di Austin Butler che in diversi punti si fonde con quella originale di Elvis. la narrazione non si preoccupa di seguire un filo cronologico preciso. 

Bravo Baz Luhrmann (lo stesso regista di Moulin Rouge!, Australia, Il Grande Gatsby, Romeo + Giuliettache firma anche la sceneggiatura, insieme a Sam Bromell, Craig Pearce e Jeremy Doner. Ma bravo anche perché mi ha risparmiato la versione del film da quattro ore, riducendolo a "sole" due ore e mezza. 

 “Avrei voluto inserire alcune cose in più, perché c’è tanto di più. C’è tanto materiale girato, ma dovevo snellire. Arrivi a un certo punto in cui non puoi tenere dentro tutto. Ho cercato di mantenere lo spirito del personaggio”
Baz Luhrmann 


Attori principali

E bravo anche Austin Butler, attore, cantante e modello che, a 30 anni ha già alle spalle film importanti, come I morti non muoiono di Jim Jarmusch e C'era una volta a... Hollywood di Quentin Tarantino, oltre ad alcune apparizioni in serie tv. 

 “Ho speso due anni della mia vita per prepararmi a questo ruolo, cercando di imparare tutto ciò che si poteva su di lui. Ho lavorato sulla somiglianza, sui capelli, sullo stile, sullo sguardo e naturalmente sui movimenti, in cui Elvis è stato davvero unico. Ma quel che più di tutto volevo era far emergere la sua anima speciale. Ho rischiato di esserne ossessionato per cercare di restituire la sua umanità dietro l'icona rock che tutti conosciamo”
Austin Butler

Senza parlare dell'irriconoscibile Tom Hanks, terribilmente in sovrappeso, che esce dal solitgo ruolo per calarsi finalmente nei panni di un personaggio oscuro, Tom Parker, l'uomo che ha gestito quasi tutta la carriera di Elvis con una provvigione del 50% e che lo ha portato alla sua disastrosa fine. 

"Non ho mai avuto paura del personaggio, è il mio mestiere di attore mettermi nei panni di qualcun altro. Quello che ho fatto è stato non giudicarlo, ma interpretarlo, anche nelle sue sfumature, nel confine tra bene e male che pure gli apparteneva. Era un truffatore, un cialtrone con il vizio del gioco delle carte, ma anche una persona dotata di un intuito straordinario. La storia dovrebbe dare a Parker ciò che gli è dovuto per aver contribuito a creare il fenomeno che era Elvis Presley”
Tom Hanks

Curiosità

#1. Le riprese principali del biopic si sono svolte in Australia, nel Queensland. 

#2. Per cogliere nel profondo il vero spirito di Elvis, Luhrmann ha vissuto a Graceland per 18 mesi

#4. Austin Butler  è finito in ospedale alla fine delle riprese a causa del ruolo fisicamente ed emotivamente estenuante interpretato

#5. Come Elvis, anche Butler ha perso la madre quando aveva 23 anni, ed è questo che lo ha legato di più al suo personaggio

#6. Sono 90 i costumi indossati sul set da Butler nei panni di Elvis

E per concludere, due parole direttamente dalla moglie di Elvis:

 “Baz Luhrmann ha organizzato una proiezione privata per me e Jerry Schilling ai Warner Bros Studios. È una storia vera, raccontata in maniera brillante e creativa come solo Baz, con il suo stile artistico unico, avrebbe potuto fare. Austin Butler è bravissimo. A metà del film io e Jerry ci siamo guardati e ci siamo detti WOW!!! Bravo a lui… La storia, come sappiamo tutti, non ha avuto un lieto fine. Ma penso che capirete un po’ meglio il viaggio di Elvis, raccontato da un regista che in questo film ci ha messo il cuore, l’anima e tanto tempo” 
Priscilla Presley, moglie di Elvis

mercoledì 1 giugno 2022

Come scorre veloce "L'estate che resta"


Titolo
: L’estate che resta
Autore: Giulia Baldelli
Data di pubblicazione: 20 Gennaio 2022
Casa editrice: Guanda
Pagine: 448
Prezzo di copertina: 19,00 euro 

“Non vorrei essere nei panni di Mattia, nella testa di Cristi e nemmeno nel tuo cuore.”


Giulia Baldelli esordisce nella narrativa italiana con L'estate che resta, un romanzo su due amori malati, quello tra Giulia e Cristi e quello tra Mattia e Cristi. Due amori che vanno avanti per tutta la vita, che intanto scorre a lato di queste storie, andando oltre i confini dello spazio e del tempo.

Quattrocentoquarantadue pagine che scorrono sempre più veloci, grazie a una scrittura penetrante, che ti trascina nell’estate degli anni ’90 in un piccolo paese delle Marche, da cui parte tutto e che ti emoziona facendoti rivivere la storia dei tre ragazzi raccontata dalla voce narrante di Giulia. 

Si incontrano da bambine Lei e Cristi, una ragazzina secca secca che ogni estate Lilli scarica a casa della nonna Ida, e il loro rapporto si trasforma in qualcosa di più di una semplice amicizia che Giulia deve spartire con Mattia, un bambino biondo spuntato dal nulla.
Entrambi, Giulia, determinata e razionale, e Mattia, coraggioso e sfuggente, subiscono il fascino di Cristi, così fragile e così selvatica, con una bellezza diafana e uno spirito ribelle schiacciato dal peso dell’abbandono. 

Ne nascerà un amore ossessivo che, per sopravvivere, scenderà a compromessi, un sentimento autentico e devastante che non tiene conto del tempo e delle distanze, tanto che, dopo aver imparato con fatica a saper stare lontano da una rapporto che sa fare male, Giulia adulta ritroverà gli altri due protagonisti nel paese dove tutto è cominciato. Ma tutto sarà diverso.

Una storia di ossessioni e compromessi che legherà per sempre le vite appassionate dei tre protagonisti, intervallata dai rapidi flussi di coscienza di Giulia, che fanno da intermezzo a dialoghi concitati, in cui emerge tutta la forza dei sentimenti vissuti in quest’età. 

Un’ambientazione che si riesce a toccare con mani, fatta di casette diroccate in cima alla città vecchia, il giardino con l’albicocco, il fiume, il bosco e una pozza che nasconde segreti nascosta in mezzo a una radura; una scrittura scorrevole che più vai avanti e più ti rendi conto che è impossibile abbandonare.



 “Ripenso ai cani e ai gatti selvatici della radura, che scelgono di non fare ritorno. A chi si dispera aspettandoli invano. Guardo l’erba rasata sotto i piedi. Sono nel giardino della mia casa d’infanzia, un uomo mi ha appena confessato quanto si può essere deboli nell’amare chi per natura non ti appartiene. Poi c’è River che è di nuovo qui e una bambina mi sta dicendo che non ha mai smesso di cercare la via di casa. Tutto questo è adatto a me. Magari è ordinario ma è come me. Non imparerò mai a dondolarmi sui fichi, non correrò nelle strade con lo zaino pieno di esplosivo, non farò mai giuramenti d’amore nelle acque torbide di una pozza.”

mercoledì 27 aprile 2022

The Northman, la vendetta vichinga di Amleth



Titolo originale
The Northman

Regia
Robert Eggers

Interpreti
Alexander Skarsgård, Anya Taylor-Joy, Willem Dafoe, Tadhg Murphy, Nicole Kidman, Ethan Hawke, Kate Dickie, Björk, Claes Bang, Olwen Fouéré 

Distribuzione
Universal Pictures 

Durata
136′

 


 “Vendicherò mio padre. Salverò mia madre. Ucciderò Fjölnir”. 

Ha solo trentotto anni Robert Eggers, il regista di The Northman alla sua prima grande produzione con Universal, dopo The Witch e The Lighthouse, e avete presente quegli affreschi giganteschi curati in ogni minimo dettaglio? Beh, questo film è proprio così, un dramma dagli echi shakespeariani: violenza, vendetta, amore, tradimento e redenzione, e poi ancora madri degeneri, streghe, destino, un corvo dai tre occhi. 

Tutti elementi che si intrecciano con la storia del protagonista Amleth (Alexander Skarsgård), che fugge a fronye del fratricidio perpetrato dal mezzosangue Fjölnir ai danni del re Aurvandill (Ethan Hawke), per poi tornare a cercare vendetta e riconquistare il trono, con l’aiuto di Olga, una donna slava ridotta in schiavitù interpretata da Anya Taylor-Joy

 La regina madre è Nicole Kidman, ma - attenzione attezione! - nel cast c'è anche Bjork in versione veggente, anche perché a scrivere il film con Eggers è stato suo marito Sjon. 



E ora i pro e i conto:

PRO
- Splendida ambientazione naturale (Islanda) 
- L’incredibile ricostruzione scenografica
- Incursione del cinema contemporaneo nella mitologia
- Tentativo di Eggers e dello scrittore e poeta islandese Sjon di fondere nello script una dimensione epica avventurosa più classica con quella più mistery horror
- Ossessione del regista per la verosimiglianza fino ai minimi dettagli
- The Northman riflette quello che c'è nella testa dei suoi personaggi, quindi la credenza agli dei nordici, al destino manifesto, alle leggende e agli oggetti magici 

CONTRO
Può diventare un papabile appoggio per le destre di tutto il mondo, con le loro teorie su sangue, patria ed onore . 

"PELLE" di Erica Zanin

"PELLE" di Erica Zanin
Un romanzo in vendita su www.ilmiolibro.it

"PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.