venerdì 28 dicembre 2012

Parenti Serpenti, il crudele capolavoro natalizio di Monicelli

Titolo OriginalePARENTI SERPENTIRegia: Mario Monicelli
Interpreti: Marina Confalone, Paolo Panelli, Alessandro Haber, Cinzia Leone, Eugenio Masciari
Durata: h 1.45
Nazionalità:  Italia 1992
Genere: Commedia grottesca






Natale è uno di quei momenti in cui tutti i nodi vengono al pettine, come diceva la mia maestra. La patina di cordiale partecipazione, i luccichii delle illuminazioni il profumo dei manicaretti non riescono a nascondere completamente ne' la fatica dei tentativi momentanei e doverosi di convivenza forzata, ne' le tracce di rancore malcelato tra fratelli, tra genitori e figli, tra amici che si rincontrano dopo tanto tempo.

L'incontro annuale di fratelli, cognati e nipoti a casa dei nonni nella innevata Sulmona in occasione del Natale è anche il perno centrale attorno a cui ruota il film Parenti Serpenti di Mario Monicelliun film della commedia nera all'italiana ad altissima carica corrosiva, l'ideale per  restituire un po' di lucidità alle nostre menti annebbiate dai banchetti natalizi, da brindisi di prassi e dalla routine, in fondo, che caratterizza tutte le famiglie in questo periodo dell'anno.


A scombinare la ricomposizione faticosa di mondi ormai separati è la notizia che uno dei figli deve ospitare i poveri genitori Saverio (Paolo Panelli) e Trieste (Pia Velsi) fino alla loro morte naturale, che non sono più in grado di badare a se stessi e non vogliono stare più soli. 
La lauta ricompensa offerta dai due genitori non è però sufficiente a evitare la deflagrazione totale e l'innesco di guerre fratricide, da tempo latenti, alimentate da invidie, tradimenti e verità omesse. 

Finché non si giunge a un soluzione paradossale del problema, questa volta condivisa da tutti i figli: provocarne la morte con una stufa a gas precedentemente manomessa.

Il risultato è un quadretto coloratissimo in cui, nonostante la cornice natalizia, viene sapientemente e spietatamente ritratta la famiglia italiana media in cui egoismo, tradimento, invidia e vanità prevalgono sui buoni sentimenti, anche a Natale. Un frammento di un'Italia ancora molto attuale.


lunedì 24 dicembre 2012

Leggendo Fitzgerald: Tenera è la notte



Titolo: Tenera è la notte
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Curatore: Fernanda Pivano 
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi tascabili. Scrittori
Data di Pubblicazione: Settembre 2005
Pagine: XVIII-384


"A volte è più difficile privarsi di un dolore che di un piacere."




“Il guaio è che quando si è sobri non si ha voglia di veder nessuno, e quando si è sbronzi nessuno ha voglia di vedere noi.”
Tenera è la notte è il grande romanzo che lo scrittore americano Francis Scott Fitzgerald diede alle stampe nel '34 a New York, dopo nove anni di tentativi, retromarce, pentimenti, entusiasmi, tragedie personali trasformate in narrazione.Anche se inizialmente non venne accolto con molto entusiasmo dalla critica e dal pubblico, Tenera è la notte è stato da molti critici considerato il più importante, intimo e personale romanzo di Fitzgerald, se non il più sofferto e il più rappresentativo. 

La storia, che si svolge negli anni Venti, e precisamente tra il 1924 e il 1929, ruota intorno all’amore infelice del protagonista, Dick Diver, un giovane e talentuoso psichiatra, per una una sua ex paziente ricchissima, Nicole Warren, che un incestuoso rapporto col padre ha reso appunto fragile e schizofrenica. Le cose arrivano fino al punti che il lavoro di Dick, ma anche la stessa sua vita, diventano del tutto condizionati dalla malattia della moglie e dalla sua ricchezza, che sembrano legarlo a lei indissolubilmente, tanto da rifiutare inizialmente anche l'amore per Rosemary Hoyot, una bella attrice americana. Circondato dal lusso e da ricchi amici americani, Dick inizia ad esagerare con i bicchieri di Gin, finché è costretto ad abbandonare la gestione della clinica che negli anni aveva costruito, mentre, al contrario, Nicole sembra riemergere dall'abisso della sua malattia, grazie anche al ritorno di Tommy Barban, un mercenario francese da sempre innamorato di lei. Il finale è indiscutibilmente amaro.


Ma Tenera è la notte è anche un intreccio di avvenimenti reali ed esperienze personali dell'autore: partendo dai luoghi in cui il romanzo è ambientato, che riflettono i lunghi viaggi avanti e indietro tra Europa e America, tra Parigi e Svizzera, tra Costa Azzurra e Roma, fino ad arrivare agli stessi personaggi, mai consapevoli della propria miseria e della piccola e misera condotta delle loro esistenze.
Se il personaggio di Rosemary Hoyot è ispirato all'attrice cinematorafica Lois Moran che lo scrittore conobbe a Hollywood nel 1927, Nicole Warren, la moglie di Dick, è in realtà l’alterego di Zelda, la compagna infelice dell’autore che in quegli anni venne ricoverata più volte in seguito a reiterate crisi schizofreniche. Dick Diver è invece il ritratto di Francis Scott Fitzgerald, con i suoi fallimenti e il ritiro totale, che lo porterà a far perdere le tracce di se stesso e a scomparire nel nulla.

Anche nelle esperienze raccontate affiora un lato chiaramente autobiografico: la crisi economica del 1929 e la conseguente crisi familiare che Scott dovette affrontare immerso in un cristallino fiume di gin, l’abuso sempre più frequente dell’alcool, l'esaurimento psicologico. Tenera è la notte ci dà infatti un quadro acuto e spregiudicato, a volte al limite del grottesco, di quella società elegante americana che invase l'Europa nel decennio successivo alla prima guerra mondiale, conosciuto come "l'epoca del jazz", nonché del contrasto etico-sociale degli anni '30 dovuto a un mondo corrotto dal denaro e avido di se stesso, fatto di piccoli burattini che si prostituiscono moralmente, facendosi sedurre e inghiottire dal potere economico.



In definitiva, alcuni capitoli e l'andamento discorsivo e serrato, quasi senza dialogo, possono annoiare, o addirittura infastidire il lettore ma l’analisi introspettiva di ogni personaggio eleva il romanzo a capolavoro, mettendo in luce i mostri della mente e ci regala ritratti, che a distanza di anni non smettono di appartenerci.



"PELLE" di Erica Zanin

"PELLE" di Erica Zanin
Un romanzo in vendita su www.ilmiolibro.it

"PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.