Regia: John Krokidas
Soggetto e sceneggiatura: John Krokidas
Fotografia: Reed Morano
Musiche: Nico Muhly
Interpreti: Daniel Radcliffe (Allen Ginsberg), Dane DeHaan (Lucien Carr), Elizabeth Olsen (Edie Parker), Michael C. Hall (David Kammerer), Ben Foster (William Burroughs)
Origine: U.S.A., 2013
Durata: 143’
Allen Ginsberg, William Burroughs, Jack Kerouac. I giovani padri maudit della Beat Generation sono tutti presenti in Giovani Ribelli - Kill your Darlings, un film fresco e appassionato dell'esordiente John Krokidas, premiato alle Giornate degli autori della 70ma Mostra del cinema di Venezia.
La storia è ambientata infatti nel 1944, quando i tre protagonisti, ancora acerbi e non consapevoli di ciò a cui daranno vita con la loro penna, incontrano il vero protagonista del film, Lucien Carr (Dane DeHaan), motore culturale e sessuale della storia, che farà esplodere la pazzia del gruppo, dando a Ginsberg (Daniel Radcliffe), Kerouac (Jack Huston) e Burroughs (Ben Foster) la consapevolezza di avere qualcosa di importante da dire e li spingerà verso la ribellione contro l'università, contro i genitori e il mondo per creare la controcultura Beat.
L’educazione sentimentale e poetica del piccolo Allen Ginsberg, matricola della Columbia University che sta per compiere 18 anni, inizia infatti nel momento in cui viene sedotto da un gruppo di giovani ribelli della letteratura che lo iniziano alla vita e alla poesia: tra loro c'è un William Burroughs (Ben Foster) ancora trentenne che, come lo stesso Ginsberg, non ha ancora scritto una parola e un Jack Kerouac (Jack Huston) agli albori della gloria.
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Il film non indugia tanto sul lato letterario della vicenda, dunque, quanto su quello umano, e ritrae gli scrittori ribelli nelle vesti di semplici ragazzini negli anni universitari, in cerca di una fuga dal classico, di una rottura degli schemi, di una libertà di espressione consona alle loro grandi aspirazioni. Una sorta di ricerca delle origini del mito insomma.
Anche il Ginsberg che ci viene presentato è un Ginsberg che non siamo abituati a vedere: l'ormai 24enne Daniel Radcliffe lo interpreta negli anni del passaggio da bravo figlio represso e rispettoso ad audace poeta della Beat Generation, turbato dal rapporto drammatico con la madre a cui era molto legato e che era affetta da una rara malattia psichica.
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Musica notevolissima, infine, di Nico Muhly, che spazia da Jo Stafford alle Andrews Sisters, con un gran brano di Pete Doherty che chiude il film.
Insomma, bella la gioventù, l'arte, la poesia, la sessualità incerta e tormentata, e quindi per la proprietà transitiva, bello anche il film.
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