mercoledì 27 gennaio 2010

IL DELITTO FITZGERALD


Nel pieno di una notte insonne, mi è capitato tra le mani “Il delitto Fitzgerald”, un film drammatico, anzi drammaticissimo, del 2003 di Matthew Ryan Hoge e prodotto da Kevin Spacey.
L’ho apprezzato moltissimo, ho galleggiato nella sua triste tenerezza e pensato che è un peccato che questo film sia passato inosservato. Ecco perché ne parlo qui.
Il protagonista della storia è Leland Fitzgerald, un quindicenne angosciato dall’infelicità che vela tutte le cose e le persone che fanno parte di questo mondo. E’ questa sensazione perenne a spingerlo inspiegabilmente a uccidere un bambino artistico, un delitto che non riuscirà a spiegare nemmeno a se stesso se non con la frase “Non potevo più sopportare la tristezza”.
In un carcere minorile, un educatore si prende a cuore di lui e lo incita a scrivere un diario per riuscire a capire le ragioni del suo gesto, accompagnandolo per mano in un viaggio nel profondo. Ma ben presto viene allontanato e…..non si può dire!

lunedì 11 gennaio 2010

SOUL KITCHEN, AL CINEMA E A TAVOLA

Bellissimo!
Qualcuno potrebbe obiettare che le mie recensioni non sono oggettive come dovrebbero essere, ma, d’altronde, l’arte, in tutte le forme in cui si esprime, non è importante soltanto di per se stessa quanto anche per le emozioni soggettive che è in grado di trasmettere. Quindi viva la soggettività!
E viva pure “Soul Kitchen”, un film del giovane Fatih Akin molto tedesco, molto soul, un film che fa ridere, che fa commuovere, che fa pensare e che fa venire voglia di aprire un bel ristorantino!
Zinos, lo sfortunato protagonista del film, è il proprietario di “Soul Kitchen” un infimo ristorantino della periferia di Amburgo che io personalmente reputo fantastico, ma che il resto del mondo considera rozzo, infimo e mal frequentato.
In sintesi:
La sua ambiziosa e viziata ragazza si trasferisce a Shanghai, trova un nuovo uomo (ovviamente non glielo dice) e gli spezza il cuore. Zinos decide di andare in Cina a riprendersi la sua donna e prima di partire, cede la gestione del ristorante al fratello, nonché ex-detenuto in libertà vigilata, Illias.
Se non ché, Illias si gioca a poker il ristorante che il fratello gli aveva incautamente lasciato in consegna e in aeroporto incontra Nadine e il suo nuovo amante!
E’ a questo punto che, con un gioco di squadra, tentano il tutto e per tutto per riprendersi la sola cosa che gli era rimasta: il ristorante.
Ma c’è di più: il film è parte di un progetto più ampio unico nel suo genere che mira a unire cinema e cucina e che vede la partecipazione di alcuni blog di cucina nel tentativo di far rivivere nella rete le ricette del film, quali ad esempio “La zuppa del maestro dell’agopuntura” o “le sardine fritte dell’agente immobiliare su letto di lattuga romana”.
Insomma C&C, come Cinema&Cucina cosa c’è di meglio?

martedì 5 gennaio 2010

VISTO CHE STA ARIVANDO LA BEFANA....PIANOFORTE VENDESI

 

    


    La sera dell’Epifania del 1966, da un treno che da Sondrio arriva a Bellano, scende un Pianista. E’ il protagonista di Pianoforte vendesi, l’ultimo romanzo (o meglio “racconto lungo”) di Andrea Vitali, pubblicato qualche mese fa dalla Garzanti.

    A onor del vero, non si tratta di un pianista nel senso stretto del termine: non suona nessuno strumento, piuttosto usa le sue dita lunghe e affusolate per sfilale portafogli e oggetti vari dalle tasche e dalle case di tanti malcapitati.

   Arriva a Bellano intorno all’ora di cena, dove, come previsto, trova una cittadina avvolta nell’atmosfera di sospensione che caratterizza la festa paesana dell’Epifania, una situazione che ben si adatta alla sua fruttuosa professione di ladro. Ad attirarlo in quel posto, infatti, è stata proprio la processione dei Re Magi, con l’implicita conseguente  e allettante prospettiva che essa portava con sé: avrebbe di certo trovato strade affollate, case vuote e auto incustodite.  Insomma,per il nostro c’era proprio di che sbizzarrirsi

   Ed è proprio a questo punto che ha inizio la singolare avventura del protagonista: visto che fa freddo, il cielo è cupo e che deve attendere l’ora giusta per entrare in azione, occupa quello spazio di tempo abbuffandosi di trippa al sugo e vino rosso. Ma l’ora giusta non arriva mai: la buona riuscita della serata è compromessa dalla neve che inizia a scendere copiosa. La processione è annullata e la gente abbandona le strade per rintanarsi nelle proprie case.

    Il pianista ha fallito del tutto. E’ allora che si ricorda di un cartello visto per strada, durante il suo giro di ricognizione, attaccato ad un portone socchiuso.”Pianoforte vendesi”, diceva.

    Attirato da quelle parole, l’uomo ritorna davanti a quella casa, sale le scale e cerca di aprire una porta. E’ aperta, ma lì dentro non c’è nulla da rubare. In compenso c’è una vecchia che lo trattiene con le sue ciancie.

   Da lì in poi, in quella notte infinita in cui le anime dei morti tornano a festeggiare insieme ai vivi, accadranno cose strane velate di mistero che non sto qui io ora a raccontarvi…….Leggetelo! (E’ carino, è corto, più che un romanzo è un racconto gotico originale della buona notte per bambini  cresciuti!

    And I like It!!

mercoledì 2 dicembre 2009

NEL PAESE DELLE CREATURE SELVAGGE

Max è s

oltanto un bambino irrequieto in cerca di attenzioni, che deluso da una mamma impegnata in nuove storie sentimentali e dalla sorella maggiore, ad un certo punto scoppia. Eh…Dio come riduce la camera della sorella!

Insofferente verso ogni cosa, dopo avere tirato un bel morso al braccio della povera madre, scappa di casa.

Ed ecco che in me scocca il deja vu, nel senso che il morso, quello vero, me lo sono beccato anch’io mooolto moooolto tempo fa da un altro bambino irrequieto, ovvero quel vampiro di mio fratello. Un dolore incredibile e un bel cerchio viola con una simpatica cornicetta stampato sul braccio per una buona settimana. Vorrei soltanto sottolineare che, ovviamente, come potete bene immaginare, io non avevo fatto assolutamente niente per provocarlo!

Va beh, comunque, ritornando al film, Max finisce su una barca a vela con cui attraversa acque dapprima calme, ma poi sempre più agitate, fino a quando viene sbattuto da una corrente indomabile su un’isola sconosciuta.

In questa nuova terra vivono degli spaventosi, ma anche simpatici e teneri mostriciattoli che offrono a Max la loro amicizia, senza neanche dubitare della veridicità delle storie raccontate da lui, lo incoronano loro re e gli affidano una missione importante: spazzare via la tristezza dalla loro vita.

Ma la verità viene sempre a galla. E mica vi posso raccontare tutto però!

Comunque, la cosa bella è che tutto questo nasce da un libricino illustrato da bambini di poche paginette di Max Sendack, Where the wild things are. Solo che Spike Jonze (regia) e Dave Eggers (sceneggiatura), ci hanno messo ben 7 anni per trasformare quelle stesse pagi

ne in pellicola.

Uno sforzo che, a mio modestissimo parere, ne è valso la pena.

Altra particolarità: su http://weloveyouso.com potete trovare un interessantissimo blog, una sorta di diario di produzione dove seguire i lavori dei due esseri mitologici nominati sopra (Jonze e Eggers)

Insomma, bello bello bello, anche per i grandi, ovviamente!



martedì 1 dicembre 2009

Grazie a tutti per aver partecipato alla presentazione di "Pelle"!


Riguardo le foto e quasi mi commuovo.
La prima presentazione di "PELLE" è andata più che bene. Me ne sono accorta soltanto riguardando le foto. E' stato solo a quel punto che ho vissuto finalmente quel momento, perché mentre parlavo, cercando di inserire faticosamente in quelle poche parole tutto il mio ingombrante essere, ero troppo concentrata per poter lasciarmi andare ai sentimenti. Troppo coinvolta.

Proprio per questo, grazie. Grazie a tutti! Parlare del mio romanzo
davanti ad un pubblico così interessato (almeno in apparenza) è stato veramente
emozionantissimo.
Devo proprio ammettere che, come prima esperienza, non è venuta affatto male.

Proprio per questo, arrivati a questo punto, i
ringraziamenti sono d'obbligo:
grazie Mirko per avere lanciato l'idea, grazie Giorgio per aver accettato il ruolo di presentatore, grazie Manu (la mia fotoreporter di fiducia), grazie Antonella e Vit (per l'organizzazione del backstage), insomma grazie a tutti quelli che hanno partecipato, per lo meno col pensiero!

Per il resto, penso che le immagini siano abbastanza eloquenti di per se stesse!

Sorrisi e gioia immensa.

E.............................................alla prossima! (I hope)





venerdì 20 novembre 2009

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI di Paolo Giordano



Perché ho fortemente voluto leggerlo? Perché è stato il caso editoriale del 2008, ovviamente, ma anche perché Paolo Giordano, oltre ad essere un giovane scrittore esordiente carino carino, è anche un ricercatore in fisica. Un dettaglio che può sembrare ininfluente, ma che, nel mio caso, sovverte tutta la serie di preconcetti sugli studiosi di fisica biologia e materie attinenti. A dire il vero, li pensavo più concreti, certamente non propensi al romanzo.

Beh, mi sbagliavo, lo ammetto.

La solitudine dei numeri primi è un romanzo che narra parallelamente le vite di Alice e Mattia, due ragazzi speciali segnati per sempre da un passato doloroso che li porta spietatamente a diventare incapaci di vivere una vita completamente normale. Incapaci di interagire col mondo esterno, come anche di trovare un equilibrio tra di loro, crescono incrociandosi e scoprendosi strettamente uniti, anche se comunque invincibilmente divisi, come quei numeri speciali che i matematici chiamano i “primi gemelli”, appunto:

I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci”.

Affascinante, coinvolgente, scritto molto bene, l’ho apprezzato anche se tutto il gran parlare che ha accompagnato l’uscita del libro ha alimentato delle attese difficili da soddisfare se non si è proprio dei geni (e non solo matematici).

mercoledì 18 novembre 2009

ANAIS NIN, COSì SUBLIME, COSì SCANDALOSA


“La vita ordinaria non mi interessa. Cerco solo i momenti subli

mi. Sono in sintonia con i surrealisti, alla ricerca del meraviglioso. Voglio essere una scrittrice che ricorda agli altri che questi momenti esistono…”.

Bella, affascinante, cosmopolita, controversa, amata da tutti, scandalosa, profonda conoscitrice dell’animo umano. Un p

o’ troppo per il ventesimo secolo.

Anais Nin, scrittrice di racconti erotici, nonché amante di Arthur Miller, è stata una donna mossa da

un profondo bisogno di conquista, dal bisogno di essere adorata, dal bisogno di interessare, un bisogno che le ha dato forma, come uno scultore fa con le pietre di marmo. “Se mio padre se n’è andato, se non mi amava dev’essere perché non ero amabile. Come cortigiana avevo già assaggiato il fallimento. Dovevo trovare altri modi per interessare gli uomini“.

Quale posto migliore rispondeva alle sue esigenze se non la Parigi degli anni ’30? Il richiamo di quella città era soprattutto dovuto al fervido clima intellettuale che dominava incontrastato le sue atmosfere, generato e rigenerato in continuazione dai più grandi artisti, scrittori, poeti, musicisti, teatranti di allora. Tra le vittime mietute dalla Nin anche Antonin Artaud e Henry Miller, i due da me più invidiati, ma anche Gore Vidal, Dalì, Sigmund Froid.

Per cominciare ad avvicinarsi e assaporare la sua voglia di vivere, di amare, di appassionarsi con tutta l’anima e con tutto il corpo, il mio consiglio è di cominciare con il “DIARIO”, una raccolta di scritti autobiografici iniziata nel 1931, che racchiude in sé una delle più belle storie d’amore che mi abbiano mai fatto vibrare e su cui è basato il film “Henry & June”.

Fidatevi e lasciate venire a galla, insieme ai ricordi, le vostre pulsioni più recondite.

venerdì 13 novembre 2009

Parnassus, l’uomo che voleva ingannare il diavolo



"The Imaginarium of Doctor Parnassus”, il nuovo film di Terry Gilliam, anche definito Il Faust secondo Gilliam, racconta con incredibile maestria la storia dell'immortale Dottor

Parnassus (Christopher Plummer) e del suo scalcinato teatrino ambulante

che porta in giro per le strade di Londra l’Imaginarium, uno spettacolo straordinario che, attraverso uno specchio magico, offre al pubblico la possibilità di immergersi nel mondo della propria immaginazione.

Insieme a lui il fedele aiutante Percy (Verne Troyer), la giovane figlia

Valentina (Lily Cole), il giovane Anton (Andrei Garfield) di lei innamorato e il nano Verne- MiniMe.

Parnassus ha un dono particolare che permette alla gente di vivere espe-

rienze incredibili in un mondo fantastico e onirico, esperienze in grado di cambiare radicalmente la loro vita.

Questo dono non è innato ma è il frutto di un patto col mefistofelico Mr. Nick (Tom Waits) che in cambio, verrà a prendersi sua figlia Valentina allo scoccare del suo sedicesimo anno di vita.

In una notte di tempesta i girovaghi si accorgono che c'è qualcuno appeso per il collo ad una corda che pende da un ponte di Londra. Si tratta di Tony (Health Ledger prima, Johnny Depp dopo) uno smemorato dall'ambiguo passato che porterà nella compagnia una ventata di freschezza.

A questo punto si susseguiranno competizioni, inganni e prove d’amore.

Parnassus è sempre più preoccupato perché la data fatidica si sta avvicinando e presto Mr. Nick verrà a reclamare ciò che gli spetta. E la fine non si può dire!

E così arriviamo ai titoli di coda, dove si legge “Un film di Heath Ledger e amici”, in onore dell’attore morto accidentalmente il 22 gennaio del 2008 per un overdose di farmaci, durante la lavorazione e sostituito magistralmente in corso d’opera da un trio vincente costituito da Johnny Depp, Colin Farrell e Jude Law.

Perché come sostiene Parnassus, "Non si può impedire che una storia venga raccontata".

mercoledì 11 novembre 2009

Erica Zanin presenta "PELLE"

Sabato 28 Novembre 2009 ore 16:00

Presso la Biblioteca Comunale
Piazza del Municipio 7
27040 Castelletto di Branduzzo (PV)

E
rica Zanin incontra i lettori per la prima presentazione del suo romanzo "PELLE".

Ambientato tra la Milano dei giorni nostri e un Oltrepo' Pavese imprigionato nel passato, "PELLE"è la storia di Bruno, un autista per caso dalle doti particolari. Gioca a fare il re del suo autobus, trasformando i passeggeri in spunti interessanti per i racconti che scrive, o che semplicemente immagina. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con il suo mistero, con la sua sregolatezza, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.
Una storia di un quotidiano ribaltamento di vita. L’amore inventato, l’amore recitato che può comporre forme di passioni e gioie come q
uello vero. E come quello vero sa fare male.

Interviene Fabiola Paulli.
Coordina Mirko Casarini

Seguirà rinfresco (+possibilità di pranzare in agriturismo della zona)

sabato 24 ottobre 2009

THE BLUE PLANET. Requiem laico sull'ambiente.

Se vi dovesse capitare di vedere in giro per la vostra città la locandina dello spettacolo The Blue planet, correte immediatamente ad assiurarvi un posto nel teatro designato. Io l’ho fatto e vi assicuro che non me ne sono affatto pentita.

In questo periodo è al teatro Arcimboldi che Greenaway, affiancato da Saskia Boddeke mette in scena il diluvio universale. Gli spettatori partecipano come sempre a bocca aperta a un oratorio multimediale mai visto prima, cercando di non lasciarsi sfuggire nulla.

La particolarità dello spettacolo sta nell’uso congiunto di recitazione, canto, musiche di Goran Bregovic dal vivo, di cinema bidimensionale e di realtà virtuale 3d, tecnologie avanzate che richiedono un’attenzione straordinaria del pubblico, ma che permettono di scindere lo spettacolo in più livelli che insieme vanno a costituire una struttura unica.

«Ci chiediamo se l’elemento virtuale e reale siano concetti così distanti, ma la Bi

bbia dopo tutto è un “fantasy second life affair”, offrendo il Paradiso come il desiderio dell’appagamento, è un libro di storie di sogni e di speranze».

Greenaway si ispira alla Genesi, al momento in cui il vecchio Noè si confronta con la moglie i due figli e, soprattutto con Dio. Ma si spinge oltre, usando il testo della Genesi come allegoria dell’emergenza ambientale e

dei drammi causati dall’uso irresponsabile dell’ambiente. Da qui il colore blu dei personaggi reali e degli avatr di second life, di una bravura eccezionale, soprattutto il/la grande Noè.

Di una bellezza in grado di far accapponare la pelle.The Blue Planet,Trailer Multimedia theatre performance photo's

http://www.youtube.com/watch?v=Tl2jdglS1h8

lunedì 19 ottobre 2009

MARINA di Carlos Ruiz Zafón


Un libro in cui perdersi per qualche giorno, senza possibilità di chiuderlo prima di aver letto il finale? Per esempio, Marina, uno dei primi romanzi scritti da Carlos Ruiz Zafón e uno degli ultimi a essere stati pubblicati. Un condensato di mistero, magia, fantasia, coraggio e fascino.

Come suggerisce lo stesso Carlos Ruiz Zafón, tutti custodiamo un segreto chiuso a chiave nella soffitta dell’anima. È per questo che il giovane Oscar Drai, un sedicenne con poca voglia di studiare, verso la fine dell’autunno 1979, viene spinto dall’amore nutrito verso il Mistero nel dedalo di vie che lo porta sin nei meandri più oscuri di una Barcellona piena di segreti e misteri. Un’avventura in cui non è solo: insieme a lui c’è Marina, un’enigmatica coetanea che incontra in una delle sue perlustrazioni. È per lei e per portare alla luce i misteri legati alla sua famiglia che Oscar fugge dal detestato collegio, una fuga che simboleggia chiaramente il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Insieme, uniti da un grande amore-dolore, inseguendo una farfalla nera che ritorna in tutto il libro come simbolo di una vecchia azienda, cercheranno di riportare a galla le verità riguardanti la scomparsa di Michail Kolvenik e di sua moglie Eva Irinova

Un’avventura sensazionale da leggere tutta d’un fiato in cui il lettore viene risucchiato in una Barcellona gotica, perché Ricordiamo solo quello che non è mai accaduto e perché A volte le cose reali succedono solo nell’immaginazione.

Concludo con un'altra citazione di Zafón: Adesso conoscete la verità. Imparate a dimenticarla.

"PELLE" di Erica Zanin

"PELLE" di Erica Zanin
Un romanzo in vendita su www.ilmiolibro.it

"PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.