giovedì 28 aprile 2016

Money Monster: quando il rapporto con i soldi diventa difficile


TitoloMoney Monster - L'altra faccia del denaro
Titolo originale: Money Monster
Genere: thriller
Regia: Jodie Foster
Sceneggiatura: Alan DiFiore, Jamie Linden, Jim Kouf
Fotografia: Matthew Libatique
Scenografia: Deborah Jensen
Attori principali: Julia Roberts, George Clooney,
 Dominic West, Jack O'Connell, Caitriona Balfe
Anno: 2016
Durata: 95 minuti
Distribuzione: Warner Bros.
Data uscita in Italia: 12 Maggio 2016

“Io interpreto il capo delle pubbliche relazioni di un’azienda di trading ad alta frequenza. Questa storia pone due belle domande: come funziona il nostro sistema finanziario e cosa stiamo facendo come società?“Julia Roberts in un'intervista a Marie Claire.




Sapete quanti risultati potete ottenere impostando come termine di ricerca su su google "come fare soldi"? Ve lo dico io: 372.000, soltanto in italiano.
Questo vuol dire che 372.000 siti sono pronti a rivelarvi i segreti per vivere da nababbi, che questo implichi azioni più o meno immorali.

E il denaro è sempre più spesso protagonista principlale dei film degli ultimi anni, lo abbiamo visto per esempio nel mio post precedente su La Grande ScommessaSarà perchè, in fin dei conti, tutte le azioni umane sono mosse da tre cose fondamentali, ovvero amore, odio e denaro?


Fatto sta che si parla di soldi anche in Money Monster - L'altra faccia del denaro, il film girato dall'attrice e regista Jodie Foster che uscirà nelle sale italiane il 12 maggio 2016.

Un thriller drammatico/coinvolgente con una storia travagliata alle spalle. Basti pensare che se ne è cominciato a parlare già agli inizi del 2012 ma la produzione è stata posticipata fino alla fine di febbraio 2015, quando a New York sono inziate le riprese.

Dopo il successo di Mr.Beaver che ha confermato definitivamente la sua carriera di regista, alla Foster spetta ora il compito di dirigere due attori che sono ormai entrati nella mitologia Hollywoodiana: sto parlando dell'accoppiata George Clooney e Julia Roberts, di nuovo insieme dopo Ocean's Twelve. Senza contare il resto del cast, del quale fanno parte Jack O’Connell, Caitriona Balfe, Dominic West, Emily Meade ed Olivia Luccardi, nonchè Giancarlo Esposito e Caitrona Balfe, due vecchie conoscenze degli appassionati di serie tv (rispettivamente il Tom Neville di Revolution e la Claire Randall di Outlander).

Money Monster è infatti il nome del programma televisivo di successo che sta conducendo
Lee Gates (George Clooney), quando viene fatto ostaggio da un uomo armato che lo accusa di avergli dato cattivi consigli di investimento, causa principale della sua bancarotta. MIlioni di telespettatori vedono la scena trasmessa in diretta.

Il ruolo di supereroe questa volta spetta a Patty Fenn (Julia Roberts), la produttrice dello show, ma le verità nascoste sono sempre in agguato.

Ma più che una storia di rapimento, Money Monster è la battaglia di un uomo disperato in cerca di spiegazioni per ciò che gli è accaduto, perchè la semplice risposta “È stata colpa di un algoritmo, è così che vanno le cose” non gli è bastata. E' per questo  che decide di prendere in ostaggio Lee Gates, un venditore televisivo che si è arricchito grazie a una serie di investimenti.

Staremo a vedere!


mercoledì 27 aprile 2016

La grande scommessa: e se non dovesse andare tutto bene?


Titolo originale: The Big Short
Regia: Adam McKay
Cast: Brad Pitt, Christian Bale, Ryan Gosling, Steve Carell, Marisa Tomei
Genere: Drammatico
Anno: 2015
Paese: USA
Durata: 130 minuti
Uscita al cinema: 7 gennaio 2016
Incasso totale Usa: 70.054.000 dollari





“Non è ciò che non conosci che ti mette nei guai, è ciò che dai per certo che non lo è...”, Mark Twain.



L'ho visto qualche mese fa ma non avevo ancora avuto il tempo di metabolizzarlo e recensirlo. Il risultato? Ne stavo parlando con un amico e già mancavano dei pezzi nella mia mente.

Quindi eccomi qui a parlare di La Grande scommessa, per imprimere a lungo nella mia memoria le vicende dell'eccentrico Dr. Michael Burry (Christian Bale), un genio della finanza che si accorge per primo dell’estrema instabilità del mercato dei mutui subprime (concessi con rischio altissimo e tasso d’interesse variabile) e scommette contro tutto e tutti sul crollo del settore immobiliare americano. La grande scommessa del titolo, appunto.

Burry viene però deriso dalla maggior parte dei giovani lupi delle grandi banche d’affari cui va a proporre le sue tesi di investimento e cui lancia l’idea di scommettere sullo scoppio della bolla immobiliare creando un mercato di CDS (Credit default swap), una sorta di assicurazione sul mancato rimborso dei titoli immobiliari, che permette agli investitori di guadagnare, anche se non titolari del rischio coperto dal derivato, e quindi in grado di procurare grandi ricavi al momento della crisi. Se crolla il mercato, e crollano i titoli, loro diventano ricchi.


Tra i primi a credere alle idee apparentemente strampalate di Burry c'è l'affascinante broker Jared Vennett (Ryan Gosling), a sua volta in contatto con Mark Baum (Steve Carell), trader in perenne conflitto coi pezzi grossi di Wall Street.
E, sullo sfondo, si assiste alla scalata di due giovani imprenditori, Jamie Shipley (Finn Wittrock) e Charlie Geller (John Magaro), aiutati dal broker in pensione Ben Rickert (Brad Pitt).

Nel frattempo Burry è ostacolato con ogni mezzo proprio dai suoi investitori che, in pochissimi anni, intenteranno causa contro di lui, nella convinzione diffusa che “andrà tutto bene”: non esiste teoria più assurda a cui credere nel 2006, anno in cui il settore immobiliare era più solido e florido che mai.
Finché invece, nel 2008, anno dell’Apocalisse finanziaria (Doomsday, appunto) del mondo occidentale, qualcosa non va male e la ruota si ferma veramente.

Un film intelligente, basato sul libro-inchiesta del 2010 di Michael Lewis, The big short: inside the Doomsday machine. E una genialità vulcanica e strepitosa quella di Adam Mckay, dimostrata sia come regista che come sceneggiatore, che gli è valsa anche un Oscar e che ha sicuramente contribuito a conferire ritmo e spensieratezza alla storia di uno dei più grandi disastri finanziari di sempre, riuscendo, perlopiù, a introdurre gli spettatori in un mondo spietato, potente e dispotico, fatto di cartapesta.

Seppur magistralmente curato nei minimi dettagli, l'economia e la finanza rimangono temi complicati da trattare, sia perché mutano continuamente e in maniera piuttosto impetuosa ed imprevedibile, sia perché implicano l'utilizzo di termini tecnici e dettagli che potrebbero creare dei problemi e fare perdere il filo dagli eventi, riducendo la comprensione e l'attenzione dello spettatore.

La pellicola si serve di efficaci espedienti per renderli comprensibili anche a chi ha poca dimestichezza con la finanza e si assiste a scene fantastiche dove i concetti di finanza azionaria vengono introdotti in una maniera veramente poco tradizionale. Come quando Burry prepara una zuppa di pesce per dimostrare cosa sono i CDO, o Margot Robbie spiega cosa sono le cartolarizzazioni sorseggiando champagne in una vasca da bagno. O ancora, come quando Selena Gomez mostra cosa stava succedendo nei mercati finanziari seduta al tavolo della roulette.

Ma, nonostante tutti gli sforzi di semplificazione, La grande scommessa rimane un film per gli amanti del genere e per chi ama film impegnativi.

La lezione che ci portiamo a casa? Semplice e dolorosa, perché tutto sommato, era sufficiente osservare per rendersi conto che sarebbe successo, ma, come si dice anche nel film, la verità è come la poesia: a nessuno frega niente della poesia.

martedì 26 aprile 2016

Ammaniti e il punto di vista femminile




Titolo: Anna
Autore: Niccolò Ammaniti
Editore: Einaudi
Pagine: 280 pp.
Pezzo: 19 euro



“Alla fine non conta quanto dura la vita, ma come la vivi. Se la vivi bene, tutta intera, una vita corta vale quanto una lunga”.  
"Bisogna andare avanti, senza guardarsi indietro, perchè l'energia che ci pervade non possiamo controllarla e anche disperati, menomati, ciechi, continuiamo a nutrirci, a dormire, a nuotare contrastando il gorgo che ci tira giù".

Siamo in Sicilia, nel 2020 o, meglio, in un futuro senza futuro dove quasi tutti gli adulti sono stati colpiti e uccisi da un terribile virus chiamato “La Rossa”. Solo alcuni bambini e preadolescenti sono riusciti a sopravvivere, ma il loro destino è segnato e neanche loro andranno oltre l'età dello sviluppo. Una situazione post-apocalittica in cui Anna e il suo fratellino Astor cercano di sopravvivere continuando a lottare quotidianamente contro altri ragazzini che, per fame e disperazione, si sono trasformati in assatanati.

Anna dovrebbe avere circa 13 anni ma non lo sappiamo di preciso, perché gli orologi sono rotti e non c’è più elettricità. Quello che sappiamo è che non ha ancora avuto “il sangue scuro che ti esce dalla topina”, quella cosa che normalmente si festeggia perchè sancisce il passaggio all'età adulta ma che in questa situazione fa solo paura perché significa diventare grandi, e con "La Rossa" i grandi muoiono.
Dei suoi genitori è rimasto solo il "quaderno delle cose importanti", scritto dalla mamma di Anna.


La missione dei due fratellini è raggiungere lo stretto di Messina e lasciare l'isola perché forse fuori, nel continente, c’è una cura. Per questo intraprendono un lungo viaggio da Castellammare a Messina, attraverso viadotti autostradali deserti, tra capannoni e centri commerciali marciti e tra i veleni e i palazzi devastati dai saccheggi.
Finché lo raggiungono veramente il mare, con il suo sciabordio e con il suo richiamo simile a quello di un ventre materno cui potersi affidare.
Perché vivere è andare avanti senza guardarsi indietro.


Una scrittura potente e tumultuosa quella di Ammaniti, che si contraddistingue proprio per la sporca schiettezza con cui riesce a intrecciare le storie più inverosimili partendo dai contesti più ordinari, anche se il crudo realismo delle descrizioni a volte spaventa e indispone. Così come affascina.

Senza contare che Anna è la prima protagonista donna dello scrittore, che in questo libro ha cercato appunto di raccontare il mondo adottando un punto di vista femminile: "Era come se qualcuno la osservasse dall'alto e scrivesse la sua storia inventando modi sempre più crudeli per farla soffrire. La metteva alla prova per vedere quando avrebbe mollato...", ha spiegato Ammaniti in un'intervista.

E infatti Anna è una donna forte, tenace, senza paura, una sorta di principessa guerriera, di quelle che oggi vanno tanto di moda, anche se poco riflessiva, perché "la vita è più forte di tutto".

Un romanzo di formazione che richiama molta letteratura young adult, dal Signore delle mosche di Golding, a Salinger, così come anche Dickens. Ma anche un lungo racconto pieno di avventure, che ha il pregio di riuscire a farti immergere subito in una realtà diversa, completamente.

"PELLE" di Erica Zanin

"PELLE" di Erica Zanin
Un romanzo in vendita su www.ilmiolibro.it

"PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.