giovedì 27 dicembre 2018

ADDIOPIZZO E LA PALERMO RITROVATA


"In questi anni nell'area occidentale della città, diversi commercianti e imprenditori hanno maturato la forza e il coraggio di denunciare i propri estorsori. Sono operatori economici che, con l'ausilio di Addiopizzo, hanno dato il loro contributo alle indagini. La straordinaria azione delle forze dell'Ordine e della magistratura ha inferto dei colpi molto pesanti a Cosa Nostra, ma se a tale lavoro non seguirà un atto di coraggio e di responsabilità da parte di chi è taglieggiato, i nuovi estorsori si ripresenteranno per riaffermare la loro signoria territoriale sul quartiere e sulle attività economiche", Associazione Addiopizzo.



 "Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità".


Una frase che mi è piaciuta tantissimo e che è diventata il motto del Comitato Addiopizzo, un movimento antimafia palermitano, che dal 2004 si è fatto portavoce di una vera e propria "rivoluzione culturale". 

A raccontarmi la storia di Palermo e di questa associazione, è stato un ragazzo, un giovane e coraggioso padre di famiglia, che dedica parte del suo tempo libero a far conoscere a cittadini, studenti e turisti quelle persone, quei luoghi a quelle storie che testimoniano la dominanza della prepotenza mafiosa nella vita quotidiana palermitana, cosi come anche la volontà di schierarsi contro di essa e aderire alla rete "Pago chi non paga".
Il tutto con uno storytelling emozionale itinerante, tra le vie di una Palermo neanche troppo nascosta. 


L'obiettivo? La promozione di un'economia virtuosa e libera dalla mafia attraverso lo strumento del "consumo critico Addiopizzo". 

In che modo? Organizzando incontri con cittadini, commercianti, scuole e parrocchie. 

Perché questo ragazzo mi ha ricordato che tutti possiamo avere un ruolo attivo nella lotta al racket facendo scelte d'acquisto consapevoli, optando per i prodotti e servizi offerti da chi si è rifiutato di pagare il pizzo.
E se arte vuol dire generare qualcosa di bello e prezioso dal caos, allora anche Addiopizzo è un'arte.


Mi è piaciuta anche l'idea di fondare Addiopizzo Travel, un tour operator che propone turismo etico pizzo-free per chi dice no alla mafia. Un'ulteriore declinazione della strategia del consumo critico contro il pizzo, applicata al settore del turismo, che offre la possibilità di conoscere persone, luoghi e storie di chi ha fatto una scelta coraggiosa.
Una nuova esperienza da provare, rincorrendo la giustizia e la libertà.



domenica 16 dicembre 2018

AUTOTERAPIA DI MAURIZIO RUGGIANO: QUANDO LE FERITE DIVENTANO LUCE



"L'arte è una ferita che si trasforma in luce", Braque.

Classe 1966, una collezione di disagi e una serie di relazioni travagliate alle spalle tra cui quella conflittuale con i propri genitoi abusi sessuali e il proprio vissuto di omosiessualità.

E la ricerca. La ricerca di se stesso ad ogni costo, e di un modo per ricucire gli strappi, in monasteri francescani, così come attraverso il buddismo tibetano, la macrobiotica e la mistica sufi, e il superamento del trauma attraverso l'arte e l'autoanalisi che questa implica.

Il risultato? Installazioni, foto, video, computergrafica, arazzi composti con oggetti riciclati, come immagini simboliche di blocchi psichici. Crudezza e candore, una vertigine di corpi, sessi, lotte e emozioni sfilano di fronte ai volti di spettatori quasi anestetizzati dalla vita, per cercare di sconvolgerli, di trapiantare un germe in loro.

È l'Autoterapia di Maurizio Ruggiano, una necessità espressiva, ma anche un processo di confessione, elaborazione e trasformazione con ambizione alla funzione terapeutica.



E quando parliamo di trasformazione ci riferiamo al mutamento a 360°: un rito liberatorio che vadalla trasformazione di sé, alla lavorazione dei feticci e dei materiali di scarto, per mettere ordine nel disordine della vita.

Domando perché come sfondo delle sue opere inserisce sempre delle linee verticali colorate."Per rimanere ancorato alla realtà, mentre la mente viaggia" risponde, circondato da vecchi peluches ingabbiati e video con un'a storia emotiva lacerante.


Un artista a tutto tondo, formatosi all'Accademia di Belle Arti di Palermo, che fino al 26 gennaio 2019 espone le sue opere presso l’Associazione Nuvole di Palermo, in una mostra personale a cura di Luciana Rogozinski.

martedì 4 dicembre 2018

ROMA DI CUARON: ECCO PERCHE’ DEVI CORRERE AL CINEMA




«Siamo tutte sole», disse la padrona di casa parafrasando la famosa frase di mia madre: «Nasciamo sole e moriamo sole».

Titolo originale: Roma
Genere: Drammatico
Regia: Alfonso Cuarón
Attori principali: Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Marco Graf, Daniela Demesa, Diego Cortina Autrey
Anno e paese di produzione: Messico, USA, 2018
Durata: 135 minuti
Uscita al cinema: lunedì 3, 4 e 5 dicembre 2018
Distribuzione: Cineteca di Bologna




Il consiglio è: correte al cinema per non perdervi la possibilità di vedere l’ultimo capolavoro di Cuarón sul grande schermo. Avete tempo fino al 5 dicembre (anche se il Cinema Beltrade di Milano ha aggiornato la programmazione proponendolo fino all'11 dicembre), poi, dal 14, Roma sarà disponibile su Netflix. Ma non sarà sicuramente la stessa cosa.
Perché?
Perché un film girato in bianco e nero in 65 millimetri ha bisogno del buio della sala per essere gustato appieno. Perché le coraggiose sale indipendenti che hanno deciso di proiettare “Roma” sono state minacciate di rappresaglie e ritorsioni. Perché, dopo il gran rifiuto di Cannes, che ha escluso i film prodotti dalle piattaforme (tra cui quello dei fratelli Coen), Roma è riuscito comunque a trionfare all’ultima Mostra di Venezia.
E, se tutto questo non bastasse, perché Roma è un film di una straziante bellezza, il ritratto di una famiglia durante gli Anni Settanta a Città del Messico.

Una storia all’interno della storia, dal macro, al micro: in una stagione di profonda instabilità politico-economica in cui le tensioni sociali non tardano a farsi sentire, Cleo si occupa di accudire con amore e devozione, 24 ore su 24 no stop, marito, moglie, nonna, quattro figli + un cane, in una famiglia benestante in cui presta servizio come domestica tuttofare.
E in un bellissimo bianco e nero, Cuarón racconta la solitudine e la dignità umana profonda di questa donna, la sua quieta implosione che la porta a sorprendersi di quanto giocare a "fare finta di essere morta" sia sorprendentemente piacevole, un po’ come cantava Bjork:



I play dead,It stops the hurtingI play deadAnd the hurting stops.





E se anche voi vi chiedete, così come ho fatto io, cosa c’entra Roma con tutto questo, Beh, eccovi la soluzione: Roma è un quartiere medioborghese di Città del Messico.

"PELLE" di Erica Zanin

"PELLE" di Erica Zanin
Un romanzo in vendita su www.ilmiolibro.it

"PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.