mercoledì 9 ottobre 2019

I FUNERACCONTI: RIDERE, SORRIDERE E SOGGHIGNARE PERCHE' A MORTE STA NCOPP' A NOCE D'O CUOLLO


Titolo: I Funeracconti
Autore: Benedetta Palmieri
Casa editrice: Feltrinelli
Anno: 2011
Pagine: 144
Genere: Questo non è un libro, questa è una malinconica risata
Prezzo: 14,00 euro


Romanzo no. Raccolta di racconti no. Saggio no.
Inquadrare questo libro mi è risultato veramente difficile e alla fine ho deciso: questo non è un libro, questa è una malinconica risata liberatrice.


Ad essere più precisi è una raccolta di racconti, o meglio, di Funeracconti.
Ma aspettate a indignarvi per il tema trattato. Non è l’ennesimo libro che parla di tragedie più o meno realistiche: qui, con ironia e sarcasmo, viene raccontata la quotidianità vista dal versante più impervio, quello della morte e della paura di morire.


Così, racconto dopo racconto, ci si trova partecipi di un teatrino spassoso fatto di personaggi improbabili che danno vita alla morte, con seduzione, raffinatezza e meraviglia.
La morte di sconosciuti, come nel caso del presenzialista dei funerali, un appassionato di cerimonie funebri che partecipa alle esequie di gente che non conosce, annotando impressioni e suggestioni nel suo "curriculum mortis". Ma anche la morte di familiari vicini, come quella che è toccata a Maria Addolorata, la proprietaria di un’agenzia di pompe funebri con un semplice motto vincente alla base del suo volume di affari straordinario: "A ogni cerimonia il proprio stile". Senza dimenticare la morte dei fiori di appartamento, che per qualcuno, come Guadagno Percetti, può diventare “un interesse discreto, silenzioso e straordinario”. O la morte tout court, come quella celebrata dalla redazione di "Glamourt", da anni tra le sette riviste più eleganti elette da Death Charm, e due volte premio della critica ai Funerary Awards. Senza dimenticare la morte nella solitudine di chi rimane, che Luciana, "dama di condoglianza", cerca di quietare, o la morte come diversivo, come quella rappresentata da FuneraLand, il parco giochi dove ci si diverte da morire grazie a 16 funerali straordinari e 50 ettari di aldilà e dove anche i più piccoli possono prendere dimestichezza con la morte, in allegria e all’aria aperta. E poi, la morte che intossica la vita, come l’effetto che ha la collezione di rarissimi carri funebri di Gaeta’ sulla moglie.



Insomma, mi arrendo: Benedetta Palmieri, hai vinto, sei più pazza di me per sorridere alla morte con seduzione e raffinatezza, nonché una buona dose di scaramanzia e disincanto. Il tutto condito da una velata napoletanità che contribuisce a trasformare momenti tristi in situazioni comiche e teatrali, giocando con paradossi, luoghi comuni e con la meraviglia.

Perché “I morti sono vivi accanto a noi, e morti siamo noi che ancora viviamo; i santi sono più carne e sangue che spirito, e sono uomini morti pure loro, per questo li trattiamo pari a pari.”

"PELLE" di Erica Zanin

"PELLE" di Erica Zanin
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"PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.