venerdì 20 novembre 2009

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI di Paolo Giordano



Perché ho fortemente voluto leggerlo? Perché è stato il caso editoriale del 2008, ovviamente, ma anche perché Paolo Giordano, oltre ad essere un giovane scrittore esordiente carino carino, è anche un ricercatore in fisica. Un dettaglio che può sembrare ininfluente, ma che, nel mio caso, sovverte tutta la serie di preconcetti sugli studiosi di fisica biologia e materie attinenti. A dire il vero, li pensavo più concreti, certamente non propensi al romanzo.

Beh, mi sbagliavo, lo ammetto.

La solitudine dei numeri primi è un romanzo che narra parallelamente le vite di Alice e Mattia, due ragazzi speciali segnati per sempre da un passato doloroso che li porta spietatamente a diventare incapaci di vivere una vita completamente normale. Incapaci di interagire col mondo esterno, come anche di trovare un equilibrio tra di loro, crescono incrociandosi e scoprendosi strettamente uniti, anche se comunque invincibilmente divisi, come quei numeri speciali che i matematici chiamano i “primi gemelli”, appunto:

I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci”.

Affascinante, coinvolgente, scritto molto bene, l’ho apprezzato anche se tutto il gran parlare che ha accompagnato l’uscita del libro ha alimentato delle attese difficili da soddisfare se non si è proprio dei geni (e non solo matematici).

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"PELLE" di Erica Zanin

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"PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.