domenica 13 novembre 2016

Genius: tra genio, rigore e sregolatezza



Titolo originale: Genius
Regia: Michael Grandage
Attori principali: Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney, Guy Pearce
Genere: Drammatico
Durata: 104 min.



Genius mi è capitato, quasi per caso, mentre ero alla ricerca di un film godibile per la serata Cinema2Day e, a conti fatti, devo dire che l'ora di coda per parcheggiare e recuperare un biglietto ne è valsa la pena.

Opera prima di Michael Grandage, regista teatrale di successo, il film è incentrato sulla relazione tra il posato editor Max Perkins (Colin Firth) e l’esuberante scrittore Thomas Wolfe (Jude Law) e si basa sulla biografia "Max Perkins: Editor of Genius" di A. Scott Berg.

Siamo in una prolifica New York della fine degli Anni Venti, quando la Charles Scribner’s Sons era già una notissima casa editrice.
Dopo una lunga collezione di rifiuti ai suoi manoscritti, il 2 gennaio 1929 Wolfe, poco più che trentenne, entra per la prima volta nell'ufficio di Perkins, il curatore editoriale principale della casa editrice Scribner's Son.
In mano ha un manoscritto che Perkins leggerà tutto d'un fiato.

È così che si incontrano per la prima volta due grandi genius.
Il primo, caratterizzato da un'esuberanza al limite dell'irritante, una personalità instabile ed egocentrica, con una carica di genialità creativa e di energia considerevole. Un uomo del tutto incapace di mantenere legami di alcun genere e inconsciamente alla ricerca di un sostituto della figura paterna prematuramente scomparsa. La ritroverà in Perkins, editor ispirato e visionario, così come anche misurato e sempre in equilibrio tra leggerezza e serietà, con alle spalle scoperta e lancio di veri mostri sacri della letteratura mondiale del calibro di Francis Scott Fitzgerald ed Ernest Hemingway.

L’intuito e il fascino ribelle di quella prosa spingono Perkins a puntare sul manoscritto di quel ventenne dalla penna incontenibile, fino ad arrivare ad adottarlo letteralmente e letterariamente e a guidarlo per mano lungo la strada del successo, l'uno complementare all'altro. Wolfe era l’animo avventuroso, sovraeccitato e debordante che il metodico e controllato editore sognava di essere sfogliando libri. Perkins, di contro, era la spalla paterna, rassicurante e misurata per un giovane con deliri di creatività.

Inizia così un sodalizio artistico durato circa un decennio in cui i due lavorarono gomito a gomito per adattare agli standard editoriali dell’epoca le migliaia di pagine del giovanissimo autore e dare vita così a grandi opere come Look Homeward, Angel (1929) e Of Time and the River (1935).

Una pellicola biografica quindi, che racconta in maniera originale la storia di un’amicizia importante, entrando dentro l'intimità del testo e sapendone cogliere le potenzialità, nonché le fragilità. Un singolare rapporto di amicizia paterno-filiale così intenso da rendere gelose le donne della loro vita e da spingere Wolfe a dedicare a Perkins Il fiume e il tempo.

E infatti nel cast troviamo anche una bellissima Nicole Kidman, nei panni di Aline Bernstein, amante di Wolfe a cui lui dedicò molte poesie e libri. Anche qui un rapporto un po' atipico e doloroso, lei già sposata, lui che non vedeva oltre i suoi versi, costantemente immerso nella letteratura.

Un film diretto con tocco classico ma sicuro in cui Grandage ha saputo far emergere la visceralità dei protagonisti, portando alla ribalta l'universo interiore dei personaggi in grado di arrivare subito al cuore degli spettatori. Un film che ha avuto il merito di puntare l'attenzione sulla figura dell'editor nel mondo dell'editoria, mettendo in luce il funzionamento della pubblicazione letteraria

Insomma una bella storia, un bellissimo cast, costumi da sogno, la stessa produzione eccellente di Il discorso del re, anche se, ahimè, un film tanto filologico quanto poco appassionante.
Da vedere, comunque.

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Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.