lunedì 7 agosto 2017

Purity e il realismo isterico di Franzen


L’anima –disse a Pip –è una sensazione chimica. Quello che vedi sdraiato sul divano è un enzima nobilitato. Ogni enzima ha il suo lavoro da fare. Passa la vita a cercare la specifica molecola con cui è destinato a interagire. E un enzima può essere felice? Ha un’anima? Io rispondo sí a entrambe le domande! L’enzima che vedi qui sdraiato è stato creato per trovare la brutta scrittura, interagire con essa e migliorarla. Ecco cosa sono diventato, qui a galla nella mia cellula: un enzima correttore di brutta scrittura –. Poi aggiunse, con un cenno in direzione di Leila: –E lei ha paura che non sia felice.

Definito il nuovo capolavoro del Realismo Isterico, Purity, di Jonathan Franzen, è un romanzo “sinfonico” in cui all'improvviso ti ritrovi completamente immerso, circondato da tutti questi personaggi solo apparentemente slegati tra loro, ma che in realtà hanno tutti almeno una cosa in comune: a nessuno di loro piace come va il mondo. Lottano costantemente per cambiarlo e purificarlo, anche se poi sono i primi a sbagliare in continuazione, e a raccontare la propria verità, chi da giornalista, chi da scrittore e chi da artista.
Le loro vite vengono passate al setaccio e poi intrecciate tra loro. I pregi e i difetti, le abilità e le mancanze, i successi e i fallimenti: così, alla fine, arrivi a conoscere Pip e la sua cricca più di quanto tu conosca te stesso.

E partiamo proprio da Purity, ovvero Pip, per gli amici, la protagonista dal nome ingombrante che dà il titolo al libro.
23 anni, bella e intelligente, 130mila dollari di debito universitario e un solo, vero problema: Penelope, la madre single che l'ha cresciuta in una baracca nella Bay Area californiana, riservandole un amore esclusivo -nonchè occlusivo- e pieno di buchi.

"Nessuna telefonata era completa prima che ciascuna delle due avesse reso infelice l'altra. Il problema, agli occhi di Pip - l'essenza dello svantaggio che si portava dietro; la presumibile causa della sua incapacità di riuscire in qualunque cosa -, era che lei amava sua madre".

Per quanto riguarda il padre, invece, Pip non sa niente di lui e lui non sa neanche della sua esistenza.

A questo punto, nel tentativo di costruire una famiglia che nella realtà non è mai esistita, entrano in scena nuovi universi narrativi, apparentemente slegati tra loro. In primis Tom e Leila, la coppia di giornalisti d’assalto che farà da figura genitoriale a Pip, anche se più per trovare una compensazione a un loro trauma latente che per altro. O Annagret e Andreas Wolf, che le offriranno un lavoro per coinvolgerla nel loro sistema narcisistico. Una coppia sicuramente interessante: Wolf è un ibrido fittizio tra Assange e Snowden, un fuorilegge del web cresciuto nella Germania dell’Est e colpito da vari mandati di cattura internazionale, che guida in Bolivia il Sunlight project, una specie di Wikileaks che raggruppa giovani idealisti desiderosi di svelare tutto il marcio del pianeta e basato sul potere della parola che rivela i segreti. Pip proverà a seguirlo ovunque, accecata da un’irresistibile attrazione.
Ma anche in Purity, l’idolo della trasparenza non è sempre visto positivamente: quando tutto affiora alla luce del sole, quello che rimane della verità è un misero feticcio di se stessa, e così anche Wolf, ricorda per certi versi la doppiezza di Julian Assange in quanto ambiguo profeta della trasparenza altrui e dell’oscurità propria.

Un libro sulla purezza come utopia, resa inafferrabile dalla reale impossibilità di conciliare il desiderio di verità con il bisogno di preservare la propria privacy, una raccolta di nevrosi, depressioni, disadattamenti, per lo più generate da famiglie disfunzionali.

E un grande romanzo capace di trattare di temi politico-sociali e al tempo stesso di amore, di relazioni umane, di rovelli interiori, unendo con maestria quello che è nascosto nel profondo con ciò che invece galleggia in superficie.

Franzen, al suo quinto romanzo, partendo da una molla molto classica, quella della ricerca della verità, ci mostra un’America “alternativa”, un'America della protesta sociale popolata da squatter e da hackers, molto lontana da quella che immaginiamo quando pensiamo solitamente agli USA.

Ma Purity è anche un manuale di scrittura e Franzen è considerato il maggior scrittore americano vivente: un romanzo-fiume costituito da una trama polifonica divisa in sei parti e caratterizzata da un pluralismo di voci e di punti di vista, nonché da continui salti temporali.
Solo la prima e l’ultima parte sono raccontate dal punto di vista di Pip, mentre nelle altre sono Andreas, Leila, Tom e di nuovo Andreas a reggere le fila della trama, o direttamente in prima persona, come fa Tom, o con un punto di vista a focalizzazione interna, a dimostrare la padronanza della focalizzazione e il talento impressionante di Franzen nei dialoghi.

Un talento impressionante, una qualità di scrittura totalmente indiscutibile, di cui ho amato in primis la capacità di utilizzare certe semplici immagini in grado di rendere il suo mondo tridimensionale, come “Avevo in bocca il sapore metallico della spossatezza”, o ancora "La luce del sole è il miglior disinfettante".

Chiudo con un'ultima citazione che in qualche modo, leggendola e rileggendola centinaia di volte, ho fatto mia:
"Il nostro progetto comune era essere poveri, sconosciuti e puri fino al giorno in cui avremmo preso il mondo di sorpresa".

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Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.