“Denuncio la finanza corrotta ma non inneggio alla rivolta. Non credo che il nostro sistema economico sia completamente sbagliato”, Jodie Foster.
Cosa succederà il 12 maggio quando il film Money Monster – L’altra faccia del denaro uscirà nelle sale italiane?
In rete se lo stanno chiedendo in molti, preoccupati di possibili subbugli dovuti alle molteplici somiglianze della storia con la vicenda Banca Etruria e compagnia bella e delle possibili implicazioni che potrebbe avere sui risparmiatori truffati.
Protagonista del film, il cui sottotitolo originale, non a caso, è Not every consipracy is a theory, è proprio l’alta finanza. Una trama ispirata dalla crisi legata al mercato immobiliare americano e dal conseguente crollo della Borsa di cui ho già parlato in uno dei miei ultimi post (Money Monster: quando il rapporto con i soldi diventa difficile).
Quello che invece voglio trattare ora è il pericolo che portare sullo schermo una sorta di grande complotto su cui si reggerebbe la finanza mondiale potrebbe suggerire idee pericolose a quei risparmiatori che sono stati vittime di truffe anche nel mondo reale. Come i clienti di Banca Etruria, che proprio in queste ore è tornata alla ribalta dopo che è emersa una circolare dei manager della banca che letteralmente ordinava la truffa. In che modo? Spingendo i clienti a effettuare il disinvestimento di operazioni a capitale garantito optando invece per i prodotti subordinati: “Vendete le obbligazioni subordinate a tutti i clienti”.
Proprio quello che succede nel film dove Lee Gates (George Clooney) è il “mago di Wall Stret”, uno spregiudicato giornalista economico che si vende come esperto del mercato azionari in un programma televisivo dove elargisce pessimi investimenti e consulenze finanziarie fraudolente.
Tutto sembra filare liscio ma, tra i tanti truffati, vi è giovane disperato (Jack O. Connell) che non riesce a rimanere fermo a guardare la sua vita andare in pezzi. Anche lui ha perso tutto a causa di una serie investimenti sbagliati suggeriti dal giornalista e per questo, mosso dalla disperazione, dopo essere riuscito ad introdursi armato all’interno dello studio televisivo, prende in ostaggio Lee.
«Ci ho pensato sì, ma il mio film mette bene in chiaro che quello che fa il protagonista non è la cosa giusta. Non è facendo ostaggi che si ottiene giustizia dopo un torto subito. Il film è netto su questo punto ma la frustrazione è reale» ha commentato in proposito Jodie Foster, la regista del film.
E, com'era solito dire il vecchio Lubrano, la domanda nasce spontanea: chi è il vero “criminale”? Chi minaccia di far saltare tutto premendo il dito su un detonatore o chi specula sul mercato spingendo sul lastrico migliaia di cittadini più o meno consapevoli?
Per fortuna a stemperare la paura e l'angoscia palpabile del film c'è l'intensità di Springsteen, che con la sua struggente Devils & Dust funge da perfetto contrappunto allo spavento, alla paura e al contempo al sentimento di onnipotenza di quegli uomini con il “finger on the trigger” che non sanno più a chi e in che cosa credere.
E allora, oh Bruce, salvaci tu!
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