giovedì 1 agosto 2013

Il responsabile delle risorse umane....è tra noi? E soprattutto, è umano?

Titolo: Il responsabile delle risorse umane
Titolo originale: The Human Resources Manager
Regia: Eran Riklis
Attori principali: Mark Ivanir, Guri Alfi, Noah Silver, Rozina Cambos, Julian Negulesco.
Genere: Drammatico
Durata: 103 min.
Uscita: Dicembre 2010.







Vista dall'esterno, da chi non conosce questa professione, il mestiere del responsabile delle risorse umane, così come degli addetti al reparto delle risorse umane, può riassumersi in due paroline magiche: assumere e licenziare. E quindi selezionare i candidati, chiamarli a colloquio e decidere della loro sorte, nel bene e nel male.

Talmente meccanico che alla fine uno si abitua a tutto e si ripara dietro ad una cortina di ferro che trasforma candidati e dipendenti in persone qualunque, senza una vera identità e senza un vero volto da ricordare.


E' quello che succede al protagonista de Il responsabile delle risorse umane di un panificio industriale di Gerusalemme, messo alle stretta da un giornalista d'assalto per non essersi interessato alla morte tragica di una sua dipendente, rimasta uccisa in un attentato terroristico in Israele.

Un mix di senso di colpa e il fatto che nessuno reclama il corpo della donna fanno il resto: la decisione di partire con il feretro della ragazza alla ricerca di un parente che si presti a riconoscerla porterà il manager in un villaggio rumeno, allontanandolo dal suo lavoro che lo assorbe al cento per cento e da una famiglia in cui è già poco presente.


Un road movie israeliano insolito, dalla trama originale, tratto da un romanzo di Abraham B. Yehoshua, in cui seguiamo i personaggi nel loro viaggio fisico e spirituale sulle strade di un'Europa gelida e sterminata, che li farà crescere, scoprire, accettare e incontrare, alla scoperta di un'umanità perduta che verrà ritrovata proprio in quell'est Europa dimenticato e sottostimato. Il cambiamento è dimostrato dalla riscoperta dei nomi dei personaggi, della loro identità, mentre all'inizio del film essi venivano contraddistinti meramente dal ruolo sociale ricoperto: la lavapavimenti, il responsabile delle risorse umane, il giornalista, il console israeliano ecc.

Tutto sommato Il responsabile delle risorse umane è un film surreale, altrettanto duro quanto ironico, in cui Eran Riklis si allontana dalla magnificenza e dal conflitto eterno de Il giardino dei limoni, per assumere quasi i toni di farsa (un tank come carro funebre) pur celando una profonda riflessione sull'illogicità, l'indifferenza e la frenesia del mondo moderno.

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Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.