domenica 4 febbraio 2024

Le sette lune di Maali Almeida, ovvero il cammino inziatico di Shehan Karunatilaka

 


“Non abbiate paura dei demoni; sono i vivi che dovremmo temere. Gli orrori umani battono qualunque cosa Hollywood o l’aldilà siano capaci di evocare. Ricordatevelo sempre quando incontrate un animale selvatico o uno spirito vagante. Non sono pericolosi quanto voi.”





Ti svegli in un Aldilà molto trafficato, popolato da demoni irriverenti,

Siamo a Colombo, la capitale dello Sri Lanka nel 1989-90: impazza la guerra civile tra singalesi e tamil e tu sei un fotografo di guerra, giocatore d’azzardo, omosessuale. Hai sette lune di tempo per scoprire la verità sulla tua morte e per giungere e portare chi è rimasto tra i vivi a rendere pubbliche delle pellicole scottanti che hai nascosto. Solo così potrai unirti alla Luce e dimenticare ciò che sei stato.


Con la sua penna pop e un narratore in seconda persona, il cingalese Shehan Karunatilaka narra la storia di Malinda Albert Kabalana, detto Maali Almeida, in uno Sri Lanka dilaniato da una guerra che dal 1990 al 2000 ha provocato migliaia di morti, mostrando la corruzione dilagante tra di politici, forze di polizia, soldati e giornalisti. Perché “non c’è niente di apolitico in questo paese”.

Un'ironia e un sarcasmo, quello che ha usato Karunatilaka per descrivere questo mondo surreale e grottesco, che gli ha fatto vincere il Booker Prize 2022, per «the ambition of its scope, and the hilarious audacity of its narrative techniques».