domenica 26 agosto 2012

La vita è un miracolo





Titolo originale: Zivot je cudo 
Regia: Emir Kusturica 
Paese: Serbia e Montenegro, Francia
Anno: 2004
Interpreti: Slavko Stimac, Natasa Solak, Vesna Trivalic, Vuk Kostic, Aleksandar Bercek 
Genere: Commedia grottesca 
Durata: 155 minuti
Sceneggiatura: Ranko Bozic, Emir Kusturica
Fotografia: Michel Amathieu
Musiche: Dejan Sparavalo, Emir Kusturica





Luka, alla sua ragazza mussulmana:
Ce ne andremo via insieme.
Ma Luka... non abbiamo nessun posto dove andare.
Come no? Ce ne andremo in Australia.
E come?
Camminando sui binari.



Uomini, animali, le immancabili musiche balcaniche, elementi grotteschi, personaggi improbabili e bizzarri, un paesaggio selvaggio, vitalità che sfocia in pazza baldoria, la stravaganza, l'alcool e le armi. Questi elementi forse sono in grado di descrivere  meglio questo variopinto film di Emir Kusturica di quanto potrebbe fare un classico trailer.




In un paesino di montagna in 
Bosnia dove Luka, un ingegnere di Belgrado in trasferta col compito di portare a termine la costruzione della linea ferroviaria interstatale Serbia-Bonia, viene colto di sorpresa dallo scoppio della guerra. 


La vita è un miracolo: le musiche.


Siamo nel 
1992, e in Bosnia, come anche nella stessa vita di Luka, succede di tutto:
 Jadranka, 
la moglie nevrotica, scappa con uno xilofonista ungherese, 
Miloš,
 figlio calciatore, viene fatto prigioniero e lui riceve la chiamata nell'esercito, che gli affida una prigioniera bosniaco-musulmana, Sabaha, di cui finisce per innamorarsi
 nel bel mezzo del caos più totale. In questo modo Kusturica riesce a sdrammatizzare la gravosità della guerra e di quello che comporta, dimenticandosi della politica e ponendo in primo piano le storie degli uomini e degli animali, insieme ovviamente alla cultura balcanica.


Stupisce anche l'happy end di questo film divertente e visionario, a tratti poetico in cui 
l'amore riesce a superare le barriere delle ostilità razziali, religiose e geopolitiche, sempre però in modo non banale, come solo Kusturica sa fare.





martedì 14 agosto 2012

SHAME





Un film di Steve McQueen

Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware 
Genere: Drammatico
Durata: 99 minuti
Gran Bretagna 2011

"Non siamo cattivi, veniamo da un posto cattivo"

Il videoartista e scultore britannico Steve McQueen, torna a parlare dell'altra faccia della società, quella che non si vede alla luce del giorno, ma che si respira ovunque, in un dramma privato, la sua opera seconda dopo il primo film, Hunger, non distribuito in Italia.


Shame è un film sessualmente sfrontato, con pochi dialoghi, che accompagna lo spettatore per mano sempre più in basso, in un purgatorio doloroso, in cui il continui rotolarsi tra bellezza e brutalità, senza protezioni, completamente nudi provoca lacrime, fastidio e commozione.

In apparenza Brandon (Michael Fassbender) è un trentenne vincente: un bell'appartamento in una New York che offre tutto, una brillante carriera, un aspetto curato e affascinante. In realtà però la sua mente è completamente offuscata da una dipendenza dal sesso che gli impedisce di condurre una relazione sentimentale normale. Le pulsioni compulsive costituiscono una trappola mentale che porta a solitudine, tristezza e umiliazioni, che si acuisce con il ritorno della sorella più piccola Sissy (Carey Mulligan), fragile e in continua ricerca di affetto, incapace di badare a se stessa o di controllarsi, che si trasferisce temporaneamente a casa di Brandon. 
In tutto questo dolore, solo apparentemente placato da ogni tipo di piacere a pagamento, Marianne (Nicole Beharie), una collega di Brandon, rappresenta l’occasione di una vita e un rapporto normali, che alla fine verrà rifiutata.

In conclusione, un film profondo dove la scelta delle inquadrature, la fotografia curata da Sean Bobbitt, l'attenzione al sonoro di Harry Escott, con l'utilizzo di un tema musicale ricorrente, concorrono a creare una vera e propria installazione artistica che ti perfora, abbandonandoti esanime e ammutolito sulla poltroncina rossa del cinema all'aperto.