martedì 25 agosto 2009

STORIA DI UN MATRIMONIO



Perché accontentarsi di un ragazzo qualunque, quando si sa che su questa terra (e precisamente negli USA) camminano uomini come Andrew Sean Greer? Uomini che leggono Proust e Nabokov, che scrivono romanzi e che conoscono così bene le donne da scrivere un libro dal punto di vista femminile. E carini, per giunta.

Parliamo di “Storia di un matrimonio”, edito da Adelphi. Ambientato negli anni’50, in un quartiere ai margini di San Francisco, mostra la realtà dagli occhi di Pearlie Cook, moglie di Holly, madre di Sonny e amica/nemica di …., una realtà che non corrisponde molto alla verità, ma che piano piano vi si avvicina, vi prende contatto e vi rimane scottata: “Crediamo tutti di conoscere la persona che amiamo, ma le verità nascoste sono sempre in agguato”.

Dietro la rassicurante tranquillità di un matrimonio a cui tanto ambisce Pearlie, si avverte il fantasma della guerra, con tutti i segni che ha lasciato sulle cose e sulle persone: i problemi di salute di Holland, i ricordi, le abitudini . Poi, all’improvviso, l’entrata in scena dell’uomo venuto dal passato porta a galla segreti dolorosi a cui Pearlie si sforza di non credere, ma con cui, in ultima battuta, è costretta a fare i conti.

Finchè ”Ciò che amiamo si rivela una traduzione scadente di una lingua che conosciamo appena”.

Ma noi, in fondo, cosa ricerchiamo? Per dirla con parola della mia collega (L.M.), preferiamo il disordine della vita o l’ordine della tomba?

sabato 22 agosto 2009

TERREMOTO SOTTERRANEO

Avete mai la sensazione di essere di fronte a qualcosa di nuovo? A una cesura radicale col passato, un punto di non ritorno dove qualcosa di piccolo e pulsante si sta preparando ad emergere dal sottosuolo devastante della vostra vita?
E' esattamente questo che si agita in me, ora.
Ho sempre voluto scrivere. Non ci sono mai riuscita.
Per questo ho continuato a domandarmi perché in questo Paese ognuno è costretto a fare cose che non ha voglia e che non è preparato a fare, piuttosto che ciò per cui è portato.
Oggi ho smesso. Ho scritto un libro, ma non è sufficiente. Voglio anche fare altro. Voglio parlare di persone, parlare di libri, parlare di musica, film, di sogni e quant'altro. Senza tenere tutto chiuso in un cassetto.
Oggi, per la seconda volta nella mia vita, rinasco.